"La battaglia di Hacksaw Ridge": il fronte e la salvezza

Desmond Doss ha fatto la storia della seconda guerra mondiale: pur essendo un obiettore di coscienza, ha ottenuto dall’allora presidente Harry S. Truman la medaglia d’onore al valor militare senza avere mai toccato un’arma in battaglia. Perché? Semplice, la sua religione e soprattutto la sua coscienza glielo proibivano, ma voleva arruolarsi per essere un soccorritore e salvare delle vite; compiere il proprio dovere, sullo sfondo di un mondo come quello della seconda guerra mondiale dove la linea fra codardia e coraggio era molto netta. Le sue convinzioni pertanto lo hanno portato ad avere moltissime difficoltà: pensate come possano averla presa i commilitoni di un esercito quando è arrivato al campo di addestramento professandosi obiettore e rifiutandosi anche solo di prendere in mano un fucile! Ovviamente per loro non era altro che un codardo. Ma Desmond aveva un passato, figlio di un eroe di quella prima guerra mondiale da cui in pochissimi sono tornati a casa, e quelli che lo hanno fatto hanno dovuto poi continuare una guerra, combattere, spesso perdendo, contro i propri demoni, la violenza, l’alcolismo, il dolore di avere seppellito tutti i propri amici, le persone con le quali nel bene e nel male avevano passato l'infanzia e la giovinezza. Il padre di Desmond apparteneva, per l'appunto, a questa categoria, e per un ragazzino avere un genitore così non è una cosa semplice, specie quando il suo sport preferito è quello di utilizzare la cinghia e non solo, con lui, il fratello e la madre, una fervente donna di chiesa. Desmond ha capito sin da bambino che le guerre, le armi e la violenza non potevano aiutare nessuno e che forse il suo compito non era quello di uccidere, ma di salvare. Ed è stato infatti per questo che Desmond Doss, oltre ad essere stato il primo obiettore di coscienza ad essersi guadagnato una medaglia d’onore senza avere mai toccato arma, è anche stata una delle persone più eroiche della seconda guerra mondiale. La sua impresa, per fortuna, non è caduta nel dimenticatoio, è stata resa - era un dovere farlo - nota ai posteri. La sua storia è ora alla base di un film di fiction, dopo che nel 2004 Doss in persona è stato protagonista di un documentario, The Conscentious Objector: la pellicola attuale è invece La battaglia di Hacksaw Ridge.
Robert Schenkkan, lo sceneggiatore di The Quiet American, dell'acclamata miniserie HBO The Pacific, che tratta, proprio come fa in parte questo film, il conflitto sul versante orientale, nonché autore di All the Way, sempre per HBO, in cui si fa un'accurata disamina della presidenza Johnson, drammatizza assieme ad Andrew Knight una storia che divide esattamente in due parti: da un lato il personaggio Desmond, la sua vita in Virginia, il rapporto con la famiglia e il fratello, la sua relazione con Dorothy, colei che sarà sua moglie finché non sarà, dei due, la prima a morire, nel 1991, dall'altro l’addestramento, terribile, perché il suo punto di vista è rifiutato da tutti, specie dai compagni e dai superiori, che hanno l’unico scopo di dover sopravvivere in un inferno di fango e pallottole e insegnare ai ragazzi come farlo, lì dove si è tutti uguali, lì dove si muore, macellati nel modo più terribile possibile. Mentre lui, Desmond T. Doss, senza un’arma in mano salva 75 persone e fa davvero la differenza.
Mel Gibson, a distanza di dieci anni da Apocalypto, torna dietro la macchina da presa orientandosi perfettamente fra la poetica del cinema americano degli anni Quaranta (molto orientato verso gli ideali propagandistici della patria, dell’amore per la famiglia, della fede e del sacrificio) tratteggiando l’ingenuità e – diciamolo – la retorica dell’innocenza del protagonista, nonché il sottotono e la violenza – totale, cruenta – della battaglia, dove ci sono sangue, sporcizia, arti amputati, topi e tanta tanta, troppa morte.
Non è un caso che la struttura (una prima parte sulla vita privata del protagonista e una seconda sulla guerra) di Hacksaw Ridge sia molto simile ad una pellicola del 1941 di Howard Hawks, Il sergente York, che fu candidato a 11 Oscar, portandone a casa due, uno per il protagonista Gary Cooper e l’altro per il montaggio, un film talmente importante nella storia del cinema americano da essere scelto nel 2008 per essere conservato presso il National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. La pellicola di Hawks tratta infatti proprio il tema della fede religiosa e dell’obiezione di coscienza, tratteggiando la figura di Alvin York, sergente della prima guerra mondiale che rifiutò inizialmente di combattere. Salvo poi farlo e guadagnarsi anche lui una medaglia d’onore al valor militare. Pur cadendo a tratti, nella prima parte, nelle maglie della riscossa, la pellicola di Mel Gibson, che ha finalmente ritrovato una buona mano registica, si riscatta come il protagonista (interpretato da un efficace Andrew Garfield) in una seconda densissima, grazie anche all’aiuto delle maestranze, in particolare montaggio, suono ed effetti sonori, tutti freschi di nomination agli Oscar, insieme allo stesso Gibson, per la regia, al miglior film e al miglior attore. E soprattutto il film sottolinea, attraverso la figura di Doss, il grande danno delle armi, mai tema così caldo come negli ultimi mesi negli Stati Uniti.

Erminio Fischetti

La battaglia di Hacksaw Ridge 
Hacksaw Ridge
Regia: Mel Gibson
Interpreti: Andrew Garfield, Sam Worthington, Luke Bracey, Vince Vaughan, Hugo Weaving, Rachel Griffiths, Teresa Palmer, Firass Dirani, Luke Pegler
Produzione: Australia/USA, 2016
Durata: 139’
Distribuzione italiana: Eagle Pictures, 2 febbraio 2017
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