"Il viaggio di Fanny": il coraggio di una tenera tenacia, per sopravvivere e non dimenticare

Il viaggio di Fanny sarà in sala il 26 e il 27 gennaio in occasione della ricorrenza della Giornata della Memoria, che cade appunto, come sempre, il ventisettesimo giorno del primo mese dell'anno, la data in cui nel 1945 le truppe alleate, nella fattispecie i soldati sovietici dell’Armata Rossa, entrarono ad Auschwitz, e l’orrore dei campi di sterminio nazista non poté più essere negato o nascosto, si impose in tutta la sua devastante crudeltà di fronte agli occhi del mondo intero. Il film è la trasposizione del libro autobiografico di Fanny Ben-Ami, che ora è una bella signora ma che nell’estate del 1943 era una bella ragazzina. Com’è facile immaginare, era ebrea. Era sola, insieme alle sue sorelle minori. Non c’erano adulti con lei, è insieme ad altri bambini, preadolescenti, adolescenti: sono un gruppuscolo di creature più o meno piccole, dolci e spaventate, innocenti e coraggiose, fragili e indomite, che dalla Francia occupata dai tedeschi, passando per l’area sotto il controllo degli italiani, che nei loro riguardi sono persecutori meno spietati dei nazisti, devono raggiungere la Svizzera. Per avere salva la vita. Ma non devono dire a nessuno che quella è la loro meta, altrimenti li scopriranno. Non devono dire a nessuno nemmeno i loro veri nomi. Per non parlare dei cognomi, troppo riconoscibili. La paura è una compagna odiosa e sempre presente, a cui fa da contraltare la speranza. Al festival di Giffoni, dedicato alla gioventù sin dalla sua ispirazione, è stato premiato, e si capisce subito il motivo. Sembra infatti essere il film ideale per i ragazzi, ma di sicuro non solo per loro (anzi, proprio tutti dovrebbero vederlo, specie chi ragazzo non è, non lo è più), per avvicinarli a un tema di fondamentale importanza dal punto di vista etico, civile, morale, sociale, culturale, politico come la conoscenza della storia del Novecento, in particolare delle sue pagine più orrende. Fruibilissimo, canonico, classico, semplice, lineare, con il solito tocco delicato del cinema francese nei riguardi dell’infanzia, è interpretato da una compagine di ragazzini semplicemente incantevoli, e una splendida Cécile de France spicca nel piccolo ma fondamentale ruolo di una delle tante donne che misero a repentaglio la propria vita per salvare gli adulti del futuro, nella speranza che fosse senza guerra. Una donna dura, com’è sacrosanto che sia: non si può essere teneri, altrimenti si finisce in pasto al nemico. Non si può cedere alla paura, se si ha la responsabilità anche delle esistenze degli altri, oltre che della propria. Emozionante.

Erminio Fischetti







Il viaggio di Fanny
Le voyage de Fanny
Regia: Lola Doillon
Interpreti:  Léonie Souchaud, Fantine Harduin, Juliane Lepoureau, Ryan Brodie, Anaïs Meiringer, Cécile de France
Produzione: Francia, 2016
Durata: 94’
Distribuzione: Lucky Red, 26 gennaio 2017
Voto: 3/5



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