Arrabbiato con i sogni scadenti. Un poeta sul tetto che scotta, a raccogliere pure la tosse e il sangue degli alberi in cambio di un’illuminazione autentica. Dio l’hai invitato, ma quello non si è mai presentato. Un poeta mortale alla ricerca di un brandello di vita, bestia randagia, narici grosse e zampe ferite, la notte è la tua preferita e le stelle stanno a guardare. La poesia è come un aeroplano di carta, leggera e fragile, ali pizzute, arriva dappertutto. Dovremmo tornare ad annusarci come i cani, percorrendo le distanze e annullando gradi di separazione. Tu aspetti la salvezza, redento da un bacio e da un paio di labbra, ci fermi i tremori con la poesia, tamponi le ferite. Il crepitio del fuoco sacro non smette mai e tutte le cose belle e anche tristi te le conservi sulla punta della lingua.
Canti di dolore e morte, notti senza sonno, spazi immensi, dolci uragani che riportano in salvo. Il mare nero delle emozioni che ristagnano nella piaga dell’oblio, la furia impetuosa delle passioni che drizzano i nervi. Gusto spesso di un flusso di coscienza circolare che si rompe, ossa contro ossa. Bolle d’amore e odio. Versi contro lo svuotamento di senso del reale e dei segni che si disperdono e non significano più.
Tra le mani sudate del poeta scivolano odorosi i corpi, e poi anime, labbra. Umide di desideri. Parole e non detto. Invocazioni e dolcissime rese. Amori feroci di neve tagliente. Leggi cosmiche e uomini piccolissimi nel pantano della prosa, allo spaccio di ideali. Maledetti, che non (si) bastano. Seduti in faccia ai falsi, hanno finito il colore per il cielo. Percorrono strade che fanno male e che non sanno più raccontare. Poveracci senza niente dentro l’anima.
Sei il vate delle muse rapaci e delle femmine di poesia che ci dipendi e ti fanno impazzire. Cavalchi amore, erotismo e passione. Hai bisogno di sentire le piccole cose inesistenti. Poeta, l’umanità ti è cara nella sua indolenza, il tuo sguardo obliquo e pervasivo ci passa attraverso, penetrando la verità ultima della creazione, valicando i confini dell'autoreferenzialità e della masturbazione lirica, dell’inettitudine dilagante per viaggiare da fermo nel chiaroscuro dell’amore e di tutte le occasioni mancate, grandi e piccole. Poesia di corteccia bagnata, fiore e spada, a grattare con le unghie le suggestioni che si disperdono nel rumore del silenzio, che non smette mai di borbottare. Scavalcamenti e anafore, chiasmi e ossessioni, rime a fare l’amore, sperimentazioni sonore e guglie crepuscolari. E la fama è puzzolente, meglio i sogni nelle scatole di scarpe.
Scrittore poeta errante e fondatore di Crossing Poetry, Jake Matthews, resuscita fantasmi da macerie nucleari, e tutte le cose sbagliate che esistono tremendamente e i desideri mezzi avvelenati che non si espandono. Una poesia di finestre spalancate e letti sfatti, correnti d’aria e gambe belle delle donne che ti ci perdi, di esistenze dannate, alcol, corpi arresi, anarchia, esplosioni sinestetiche. Una lotta, piedi nudi, per non smarrire la capacità di meravigliarsi, linfa vitale del poeta, di soffrire per amori con le zanne e per quest’umanità fatta male, che non ha mai imparato a volare. Che là fuori è un brutto mondo e allora è meglio correre a svenire da Lei, tanto se aspetti qualcosa dal cielo, stai fresco. Per Matthews i versi sono il luogo poetico e resistente dell’immortalità, nella sovrapposizione degli umori incerti e romantici e dei fatali sensi di ragno. Un patto col diavolo nel falò delle passioni dolciamare, il miracolo dei pensieri sciolti al buio, l’impasse creativa, un acido di sola andata. E ali di cera, che il sole brucia sempre, anche se gli hanno sparato addosso.
Erika Di Giulio
Madness Poems
Autore: Jake Matthews
Casa editrice: Miraggi Edizioni, 2016
Pagine: 91
Canti di dolore e morte, notti senza sonno, spazi immensi, dolci uragani che riportano in salvo. Il mare nero delle emozioni che ristagnano nella piaga dell’oblio, la furia impetuosa delle passioni che drizzano i nervi. Gusto spesso di un flusso di coscienza circolare che si rompe, ossa contro ossa. Bolle d’amore e odio. Versi contro lo svuotamento di senso del reale e dei segni che si disperdono e non significano più.
Tra le mani sudate del poeta scivolano odorosi i corpi, e poi anime, labbra. Umide di desideri. Parole e non detto. Invocazioni e dolcissime rese. Amori feroci di neve tagliente. Leggi cosmiche e uomini piccolissimi nel pantano della prosa, allo spaccio di ideali. Maledetti, che non (si) bastano. Seduti in faccia ai falsi, hanno finito il colore per il cielo. Percorrono strade che fanno male e che non sanno più raccontare. Poveracci senza niente dentro l’anima.
Sei il vate delle muse rapaci e delle femmine di poesia che ci dipendi e ti fanno impazzire. Cavalchi amore, erotismo e passione. Hai bisogno di sentire le piccole cose inesistenti. Poeta, l’umanità ti è cara nella sua indolenza, il tuo sguardo obliquo e pervasivo ci passa attraverso, penetrando la verità ultima della creazione, valicando i confini dell'autoreferenzialità e della masturbazione lirica, dell’inettitudine dilagante per viaggiare da fermo nel chiaroscuro dell’amore e di tutte le occasioni mancate, grandi e piccole. Poesia di corteccia bagnata, fiore e spada, a grattare con le unghie le suggestioni che si disperdono nel rumore del silenzio, che non smette mai di borbottare. Scavalcamenti e anafore, chiasmi e ossessioni, rime a fare l’amore, sperimentazioni sonore e guglie crepuscolari. E la fama è puzzolente, meglio i sogni nelle scatole di scarpe.
Scrittore poeta errante e fondatore di Crossing Poetry, Jake Matthews, resuscita fantasmi da macerie nucleari, e tutte le cose sbagliate che esistono tremendamente e i desideri mezzi avvelenati che non si espandono. Una poesia di finestre spalancate e letti sfatti, correnti d’aria e gambe belle delle donne che ti ci perdi, di esistenze dannate, alcol, corpi arresi, anarchia, esplosioni sinestetiche. Una lotta, piedi nudi, per non smarrire la capacità di meravigliarsi, linfa vitale del poeta, di soffrire per amori con le zanne e per quest’umanità fatta male, che non ha mai imparato a volare. Che là fuori è un brutto mondo e allora è meglio correre a svenire da Lei, tanto se aspetti qualcosa dal cielo, stai fresco. Per Matthews i versi sono il luogo poetico e resistente dell’immortalità, nella sovrapposizione degli umori incerti e romantici e dei fatali sensi di ragno. Un patto col diavolo nel falò delle passioni dolciamare, il miracolo dei pensieri sciolti al buio, l’impasse creativa, un acido di sola andata. E ali di cera, che il sole brucia sempre, anche se gli hanno sparato addosso.
Erika Di Giulio
Madness Poems
Autore: Jake Matthews
Casa editrice: Miraggi Edizioni, 2016
Pagine: 91
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