Heart and Soul dei The Rideouts: very british sound dalla pelle nera

Oggi esce Heart and Soul, il nuovo e significativo capitolo discografico dei The Rideouts, presentato al noto Teatro Miele di Trieste. La band fondata nel 2003 tra Trieste, appunto, e Liverpool, dal cantante e chitarrista Max Scherbi, che si affianca a: Andrea Radini alla chitarra, Michela Grilli alle seconde voci, Gianpiero de Candia al basso e cori e Federico Gullo alla batteria.

Il gruppo affronta sonorità ispirate alla musica anglo-americana degli anni Sessanta, dal rock, pop, blues, garage rock con punte di psichedelia. The Beatles, Hendrix, Led Zeppelin: sono le ispirazioni principali della vincente formazione triestina.  Nel disco si sente riecheggiare, con maestria, la voce di Max Scherbi come un John Lennon d'antan, “emulando” il timbro vocale del primo Liam Gallagher (Sound Good?) degli Oasis.
Nel 2000 Scherbi si trasferisce a Liverpool, per suonare nella città dei Beatles e nel 2003 nasce il primo nucleo dei The Rideouts, che nel 2005 registra agli Imperial Studios di Liverpool il primo EP di quattro canzoni insieme a Jay Irving (Spandau Ballet, Nate James, The Christians) alla batteria. Rientrato in Italia, con un bel bagaglio di esperienze, Scherbi, conosce Gianpiero de Candia e Andrea D’Ostuni con i quali nel 2009 registra l’album The Storm After The Calm. Infine nel gennaio del 2012 Matteo Moggioli sostituisce Andrea D’Ostuni alla batteria e nasce il secondo album All Day & All Night.

Modalità very british utilizzata da questo gruppo per fare musica, in grado di cavalcare il vero potere della musica rock, che fino agli albori scopriva la vera natura della società perbenista e svelava tutta la sua ipocrisia, compito etico e fondamentale dell'arte.
Come l'arte, la musica può essere mero intrattenimento, decoro e corollario oppure può fare la differenza e diventare critica sociale. Un modo estetico di far politica dal basso. Così in questo lavoro risultano briosi ed efficaci i riff ed edificanti gli assoli di chitarra (Not Enough) che impreziosiscono il lavoro costante del gruppo friulano.

Ad un primo ascolto questo british pop rock, non sembra uscire da strade già battute, poi stupisce per l'inserimento di soluzioni inedite, riscontrando a tratti la freschezza dei primi  The Kooks, la sensualità ruvida del rock garage alla maniera della California e del Texas e il vigore de Led Zeppelin e ammiccando alla spensieratezza del surf rock, in modo da rendere tutto il lavoro estremamente accattivante per un pubblico giovane ma esperto.

Sonia Cincinelli



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