Anche ad Arezzo viene celebrata la giornata mondiale del rifugiato in una “Tre giorni” (25,27,28 giugno 2015) di formazione, percorsi e festa dell'accoglienza.
Nell'attuale clima politico diventa necessario porre l'attenzione sulle tematiche dell'immigrazione, comunicare e diffondere le storie di donne e uomini richiedenti asilo e monitorare le esperienze di accoglienza della provincia di Arezzo.
Giovedì 25 alle 14,30 si sono tenuti due momenti di formazione: il primo su “Accoglienza Integrata”, rivolto agli operatori sociali e degli enti locali, incentrato sulla tutela sanitaria dei richiedenti asilo e dei rifugiati, condotto dalla Dott.ssa Cecilia Francini, dell'Associazione Medici per i Diritti Umani. Il secondo dal titolo “Comunicare l'Accoglienza” con la Dott.ssa Anna Meli dell'Associazione Carta di Roma focalizzato sui temi legati al fenomeno migratorio nel giornalismo, in quanto sono molto importanti le terminologie che si utilizzano in questo ambito. Se la parola è performativa anche il modo di descrivere i fenomeni migratori crea scenari reali e spesso distorce la percezione della massa in modo negativo. Dalle 17.00 alla Casa delle Culture si è tenuto un gioco di ruolo sulle discriminazioni e i pregiudizi dal titolo "Processo alle Migrazioni" condotto dai formatori e animatori Francesca Vezzosi e Emiliano Piredda.
Le iniziative proseguono sabato 27 giugno in Piazza Sant'Agostino, a partire dalle 16.00, va in scena “Il mio Rifugio”, a cura dell'Associazione Segni Concreti, in cui immagini e musica aiutano il pubblico ad immagine la difficile realtà di un rifugiato. Le iniziative proseguono alle 17.00 con “Migrando”, letture effettuate dalla libreria Casa sull'Albero con seguente laboratorio ispirato all'omonimo albo illustrato di Chiesa Mateos (ed. Orecchio Acerbo). In contemporanea per gli adulti si svolge la “Camminata migrante di Arezzo”, ideata da Oxfam, che porterà i partecipanti in un alternativa escursione del centro alla scoperta di luoghi di Arezzo visti da punti di vista inediti.
L'ultima giornata, domenica 28 giugno, è dedicata alla festa a coronare i tanti momenti di riflessione svolti, con l'Aperitivo di chiusura all'Eden Lab. A partire dalle 19.00 con musica, testimonianze e video, in compagnia dei ragazzi ospitati dallo Sprar di Arezzo. In tutto il percorso si cerca di indagare anche ciò che il modello Sprar ipotizza: sperimentare una tipologia di inserimento in contesti con forti caratteristiche di spopolamento, ispirandosi e adattando l'esperienza di alcuni comuni della Locride calabrese come Riace, che rappresenta un importante esempio di accoglienza.
Ogni giorno donne, uomini e bambini fanno la dolorosa esperienza del migrare, anche gli italiani sono stati un popolo che ha cercato una vita migliore altrove e questo non va dimenticato mai, e nelle opulenti cittadine toscane, pur in tempo di crisi, tutto questo sembra passare inosservato o fomentare episodi di razzismo in un delirio di etnocentrismo latente. Tutto questo deve cambiare e dobbiamo far nostro il concetto che siamo tutti umani con pari diritti e dignità, così auspichiamo che le giornate facciano riflettere sul considerare l'immigrazione un "fatto sociale totale" e inevitabile e non un' emergenza a cui far fronte bloccando i flussi.
Sonia Cincinelli
Mare Aperto, XXI Meeting internazionale antirazzista
Nell'attuale clima politico diventa necessario porre l'attenzione sulle tematiche dell'immigrazione, comunicare e diffondere le storie di donne e uomini richiedenti asilo e monitorare le esperienze di accoglienza della provincia di Arezzo.
Giovedì 25 alle 14,30 si sono tenuti due momenti di formazione: il primo su “Accoglienza Integrata”, rivolto agli operatori sociali e degli enti locali, incentrato sulla tutela sanitaria dei richiedenti asilo e dei rifugiati, condotto dalla Dott.ssa Cecilia Francini, dell'Associazione Medici per i Diritti Umani. Il secondo dal titolo “Comunicare l'Accoglienza” con la Dott.ssa Anna Meli dell'Associazione Carta di Roma focalizzato sui temi legati al fenomeno migratorio nel giornalismo, in quanto sono molto importanti le terminologie che si utilizzano in questo ambito. Se la parola è performativa anche il modo di descrivere i fenomeni migratori crea scenari reali e spesso distorce la percezione della massa in modo negativo. Dalle 17.00 alla Casa delle Culture si è tenuto un gioco di ruolo sulle discriminazioni e i pregiudizi dal titolo "Processo alle Migrazioni" condotto dai formatori e animatori Francesca Vezzosi e Emiliano Piredda.
Le iniziative proseguono sabato 27 giugno in Piazza Sant'Agostino, a partire dalle 16.00, va in scena “Il mio Rifugio”, a cura dell'Associazione Segni Concreti, in cui immagini e musica aiutano il pubblico ad immagine la difficile realtà di un rifugiato. Le iniziative proseguono alle 17.00 con “Migrando”, letture effettuate dalla libreria Casa sull'Albero con seguente laboratorio ispirato all'omonimo albo illustrato di Chiesa Mateos (ed. Orecchio Acerbo). In contemporanea per gli adulti si svolge la “Camminata migrante di Arezzo”, ideata da Oxfam, che porterà i partecipanti in un alternativa escursione del centro alla scoperta di luoghi di Arezzo visti da punti di vista inediti.
L'ultima giornata, domenica 28 giugno, è dedicata alla festa a coronare i tanti momenti di riflessione svolti, con l'Aperitivo di chiusura all'Eden Lab. A partire dalle 19.00 con musica, testimonianze e video, in compagnia dei ragazzi ospitati dallo Sprar di Arezzo. In tutto il percorso si cerca di indagare anche ciò che il modello Sprar ipotizza: sperimentare una tipologia di inserimento in contesti con forti caratteristiche di spopolamento, ispirandosi e adattando l'esperienza di alcuni comuni della Locride calabrese come Riace, che rappresenta un importante esempio di accoglienza.
Ogni giorno donne, uomini e bambini fanno la dolorosa esperienza del migrare, anche gli italiani sono stati un popolo che ha cercato una vita migliore altrove e questo non va dimenticato mai, e nelle opulenti cittadine toscane, pur in tempo di crisi, tutto questo sembra passare inosservato o fomentare episodi di razzismo in un delirio di etnocentrismo latente. Tutto questo deve cambiare e dobbiamo far nostro il concetto che siamo tutti umani con pari diritti e dignità, così auspichiamo che le giornate facciano riflettere sul considerare l'immigrazione un "fatto sociale totale" e inevitabile e non un' emergenza a cui far fronte bloccando i flussi.
Sonia Cincinelli
Mare Aperto, XXI Meeting internazionale antirazzista