L'ultima opera di Mario Martone si aggiunge ai piccoli gioielli del cinema italiano che pur ancor esistono. Martone porta sul grande schermo l'affascinante storia di Giacomo Leopardi, il poeta reietto in un film molto attuale con attori ormai affermati della nuova vulgata come Elio Germano e Isabella Ragonese, scevri d'impostazione accademica.
Il protagonista si muove tormentato come Ben Whishaw in Bright Star ma niente passioni violente a In un viaggio chiamato amore.
Il cinema ci aiuta a dare un volto alla Storia e qui i temi principali della vita e della letteratura sono l'amore e la morte. Il pessimismo cosmico è un atto rivoluzionario, la malattia di Leopardi deriva dal contesto familiare e dalla società aristocratica e cattolica per questo si può asserire che il poeta era un ribelle alla stregua di Baudelaire.
Quello di Martone è un film attuale in quanto nella nostra società non si può essere mai tristi ma l'atto più sovversivo è la malinconia e la depressione, lo stare male perché la vita è dura, e nella sofferenza Leopardi tocca il sublime dell'alta parola, ma è anche la sofferenza che gli da modo di portare dei cambiamenti nella propria vita e scompaginare la vetusta letteratura. Stranamente con l'apparente staticità della tristezza e il pessimismo Leopardi compie un movimento in antitesi con i precetti fissi della sua famiglia complici i moti dell'anima perché posso guardare un fiore che rimane sempre lo stesso, ma sarà il mio occhio a vedere una cosa diversa a seconda del mio sentire. Quindi la siepe diviene altro, oggetti e persone si trasfigurano in amore e morte. Leopardi un incendiario della parola e dell'immaginazione.
Con la maestria del montaggio di Jacopo Quadri e le musiche elettroniche contemporanee del tedesco Sascha Ring che creano un contrappunto azzeccato, visionario a tratti acido-psichedelico con l'ambientazione storica della pellicola. Martone propone un mix vincente, un modo nuovo e tradizionale allo stesso tempo di trattare la vita e l'opera di un poeta che ha un posto d'onore nella Storia della letteratura italiana.
Il giovane favoloso
Il protagonista si muove tormentato come Ben Whishaw in Bright Star ma niente passioni violente a In un viaggio chiamato amore.
Il cinema ci aiuta a dare un volto alla Storia e qui i temi principali della vita e della letteratura sono l'amore e la morte. Il pessimismo cosmico è un atto rivoluzionario, la malattia di Leopardi deriva dal contesto familiare e dalla società aristocratica e cattolica per questo si può asserire che il poeta era un ribelle alla stregua di Baudelaire.
Quello di Martone è un film attuale in quanto nella nostra società non si può essere mai tristi ma l'atto più sovversivo è la malinconia e la depressione, lo stare male perché la vita è dura, e nella sofferenza Leopardi tocca il sublime dell'alta parola, ma è anche la sofferenza che gli da modo di portare dei cambiamenti nella propria vita e scompaginare la vetusta letteratura. Stranamente con l'apparente staticità della tristezza e il pessimismo Leopardi compie un movimento in antitesi con i precetti fissi della sua famiglia complici i moti dell'anima perché posso guardare un fiore che rimane sempre lo stesso, ma sarà il mio occhio a vedere una cosa diversa a seconda del mio sentire. Quindi la siepe diviene altro, oggetti e persone si trasfigurano in amore e morte. Leopardi un incendiario della parola e dell'immaginazione.
Con la maestria del montaggio di Jacopo Quadri e le musiche elettroniche contemporanee del tedesco Sascha Ring che creano un contrappunto azzeccato, visionario a tratti acido-psichedelico con l'ambientazione storica della pellicola. Martone propone un mix vincente, un modo nuovo e tradizionale allo stesso tempo di trattare la vita e l'opera di un poeta che ha un posto d'onore nella Storia della letteratura italiana.
Sonia Cincinelli
Il giovane favoloso
Regia: Mario Martone
Sceneggiatura: Mario Martone Ippolita di Majo
Cast: Elio Germano, Anna Mouglalis, Isabella Ragonese, Michele Riondino, Iaia Forte, Federica De Cola, Massimo Popolizio, Edoardo Natoli, Paolo Graziosi, Valerio Binasco, Sandro Lombardi Raffaella Giordano
Fotografia: Renato Berta
Montaggio: Iacopo Quadri
Scenografia: Giancarlo Muselli
Musiche: Sascha Ring
Produzione: Palomar, in collaborazione con Rai Cinema
Distribuzione: 01 Distribution
Nazionalità: Italia
Anno: 2014
Durata: 135 min.
Voto: 4/5
Voto: 4/5