Cannes 2014: La Chambre Bleue di Mathieu Amalric

Un uomo e una donna si amano in segreto in un hotel. Si vogliono, si desiderano, si toccano, mormorano qualche parola e tornano a fare l’amore. Fra le lenzuola rosse. Come il sangue. Come la passione, come il fuoco che brucia nelle loro vene. A fare da alcova, una camera dipinta di blu, come il cielo, come la libertà.  Colori caldi e colori freddi che si uniscono, si intrecciano, fino a non estinguersi più. E poi quella domanda, metallica, fredda come il ghiaccio, calda come il sole: "Dimmi Julien se tornassi libera, torneresti libero anche tu?" "Secondo te?".

Aula di tribunale: Julien cerca di ricostruire i suoi ultimi mesi di vita: indizi, lettere anonime, le vacanze al mare con la famiglia. E poi gli incontri con lei, Delphine. Bella, mora, affascinante, enigmatica, sexy. E sa di esserlo, tanto da ammiccare anche davanti al giudice, davanti a chi li ha arrestati. È sicura di sé, Delphine, sicura di quella passione indomabile. Mai nessuna incertezza nella sua voce. Incertezze che ha invece Julien, che si sentirà colpevole e vittima di quel gioco pericoloso, mortale fino alle ultime battute.
Dov’era quando è stata trovata morta sua moglie? Dove si trovava quando ha letto sul giornale la notizia della morte del marito di Delphine?
Fiumi di parole cercano di arrivare alla verità. E poi ancora immagini, corpi nudi, sangue. Amalric frantuma e decostruisce tutti i pezzi di questo mosaico, spargendoli per tutta la durata del film.
Tocca a noi metterli insieme, lentamente, con meticolosità e pazienza, senza dimenticare niente. Anche il più piccolo dei gesti, la più leggera delle titubanze potrebbero rivelare l’ultimo tassello mancante.

Dopo Tournée, film che gli ha regalato il premio per la miglior regia nel 2010, Mathieu Amalric torna a Cannes nella doppia veste di regista e attore con La Chambre Bleue, noir erotico tratto dall’omonimo romanzo di Georges Simenon. 
Un piccolo gioiellino di 76 minuti che nulla toglie a quelle 153 pagine, anzi le arricchisce attraverso un gioco di geometrie e di quadrature.

Voci fuori campo, immagini che si sdoppiano, destrutturazione di tempo e spazio. E poi una narrazione che non perde mai la sua coerenza nonostante l’assoluta assenza di linearità. 
Passione, sesso, intrecci, morti, arresti, testimoni accusatori, e poi sguardi, sorrisi, paure, tremori, sensi di colpa: niente manca uno dei migliori noir francesi degli ultimi anni. 
Con uno stile personale, preciso, attento e che non sfocia mai nel morboso nonostante le immagini forti, Amalric ancora una volta ci affascina raccontandoci storie di uomini e di donne che vogliono cogliere tutte le possibilità della loro esistenza e la forza magnetica che porta con sé la vita.
Perché come dirà lo stesso Julien: "La vie est différente quand on la vit et quand on l’épluche après-coup".

Giuseppina Genovese







La Chambre Bleue
Regia e sceneggiatura: Mathieu Amalric
Cast: Léa Drucker, Mathieu Amalric, Stéphanie Cléau,
Laurent Poitrenaux, Serge Bozon, Blutch




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