Silvio Soldini e Giorgio Garini portano nelle sale un docfilm con il patrocinio del ministero dei beni culturali. Per la scarsa agibilità delle sale ormai volte ai molteplici film da botteghino in uscita, il doc film esce in una data unica: il 9 ottobre 2013, una cooproduzione italo-svizzera Lumière&co e Ventura film. L’evento nasce per sensibilizzare l’attenzione su un problema sottovalutato, quello della cecità , nella “giornata mondiale della vista”. Soldini dopo il grande successo di Pane e tulipani e Il comandante e la cicogna debutta in questo documentario con l’amico Giorgio Garini, con l’intento di dare nuove prospettive agli spettatori.
Un gruppo di non vedenti, dalle attività più disparate, affrontano con ottimismo la vita. La cosa che colpisce è che molti portano gli occhiali quasi a schermarsi dal resto del mondo. Quello che si percepisce è chi vive al buio non ha mai un confine reale, tutto è affidato alla percezione dei suoni e al tatto.
Purtroppo nel nostro paese, questo tipo di handicap, viene scarsamente considerato, non si fa nulla per loro, se non ignorarli . Il mezzo tecnologico invece ha creato apparecchi idonei utilizzando l’alfabeto braille dando così la possibilità di usare pc, cellulari, block notes. La diffidenza che emerge nella pellicola è tanta, chi si fiderebbe ad affittare la casa a un cieco? Per molti sono un popolo di invisibili.
Non c’è apertura verso questo problema che genera solo cautela. Anche una vacanza per chi è al buio totale può essere un problema: i tempi per conoscere gli spazi e i luoghi sono molto lunghi, attraverso i rumori e gli odori essi riescono ad avere una dimensione del posto e a riconoscerlo.
Ma essere un non vedente non significa negarsi alla vita, come si vede nella pellicola molti praticano sport, usano la macchina fotografica, ma come fanno? In realtà hanno un controllo assoluto dello spazio circostante.
Le immagini belle, colorate che attraversano il film danno la dimensione di una vita fatta di mancanza di colore, spesso attraverso i ricordi essi riescono a ricostruire paesaggi circostanti. La cecità richiede un forte impegno, loro sono sempre in battaglia, ogni piccola sfida si tramuta o in una vittoria o in un flop.
In continuazione si associa la mancanza di vista alla sensibilità, ma non è così tutto dipende dalla volontà di assorbire, di imparare e quando scopri che nonostante tutto riesci ancora a dare qualcosa agli altri allora questo è vivere. Il bastone bianco simbolo della cecità, rende questo "popolo" astratto in esseri supervisibili e come dice un personaggio del documentario: "questo essere così riconoscibili è inquietante, è come essere in un Grande Fratello”, sempre osservati.
Per altri occhi, affronta il problema in un ottica positiva, non tralasciando tutte le difficoltà che si trovano ad affrontare i non vedenti: come la gestione del quotidiano. Fortemente emotivo, mai drammatico, gli autori ci danno la possibilità di entrare in una nuova dimensione in cui non ci sono degli esclusi ma delle persone che lottano per avere una vita normale. Nessuna infelicità, ma tanta voglia di vivere e andare avanti, questo muove un popolo che non teme giudizi e preconcetti. I personaggi del film interagiscono con il regista non solo come attori ma come uomini che hanno un posto nella vita. Gli autori sottolineano tutti i momenti facendo uso della musica classica e come dice una giovane donna non vedente che suona e ci si chiede come fa: “le note sono solo nella mia testa”. Il messaggio ottimista ci porta alla conoscenza di una nuova realtà che ci commuove e ci fa avvicinare lentamente ad un mondo a noi ignoto. Da vedere.
Adele de Blasi
Regia: Silvio Soldini, Giorgio Garini
Genere: docu-fiction
Produzione: Italia 2013
Durata: 95 min
Uscita: 9/10/2013
Un gruppo di non vedenti, dalle attività più disparate, affrontano con ottimismo la vita. La cosa che colpisce è che molti portano gli occhiali quasi a schermarsi dal resto del mondo. Quello che si percepisce è chi vive al buio non ha mai un confine reale, tutto è affidato alla percezione dei suoni e al tatto.
Purtroppo nel nostro paese, questo tipo di handicap, viene scarsamente considerato, non si fa nulla per loro, se non ignorarli . Il mezzo tecnologico invece ha creato apparecchi idonei utilizzando l’alfabeto braille dando così la possibilità di usare pc, cellulari, block notes. La diffidenza che emerge nella pellicola è tanta, chi si fiderebbe ad affittare la casa a un cieco? Per molti sono un popolo di invisibili.
Non c’è apertura verso questo problema che genera solo cautela. Anche una vacanza per chi è al buio totale può essere un problema: i tempi per conoscere gli spazi e i luoghi sono molto lunghi, attraverso i rumori e gli odori essi riescono ad avere una dimensione del posto e a riconoscerlo.
Ma essere un non vedente non significa negarsi alla vita, come si vede nella pellicola molti praticano sport, usano la macchina fotografica, ma come fanno? In realtà hanno un controllo assoluto dello spazio circostante.
Le immagini belle, colorate che attraversano il film danno la dimensione di una vita fatta di mancanza di colore, spesso attraverso i ricordi essi riescono a ricostruire paesaggi circostanti. La cecità richiede un forte impegno, loro sono sempre in battaglia, ogni piccola sfida si tramuta o in una vittoria o in un flop.
In continuazione si associa la mancanza di vista alla sensibilità, ma non è così tutto dipende dalla volontà di assorbire, di imparare e quando scopri che nonostante tutto riesci ancora a dare qualcosa agli altri allora questo è vivere. Il bastone bianco simbolo della cecità, rende questo "popolo" astratto in esseri supervisibili e come dice un personaggio del documentario: "questo essere così riconoscibili è inquietante, è come essere in un Grande Fratello”, sempre osservati.
Per altri occhi, affronta il problema in un ottica positiva, non tralasciando tutte le difficoltà che si trovano ad affrontare i non vedenti: come la gestione del quotidiano. Fortemente emotivo, mai drammatico, gli autori ci danno la possibilità di entrare in una nuova dimensione in cui non ci sono degli esclusi ma delle persone che lottano per avere una vita normale. Nessuna infelicità, ma tanta voglia di vivere e andare avanti, questo muove un popolo che non teme giudizi e preconcetti. I personaggi del film interagiscono con il regista non solo come attori ma come uomini che hanno un posto nella vita. Gli autori sottolineano tutti i momenti facendo uso della musica classica e come dice una giovane donna non vedente che suona e ci si chiede come fa: “le note sono solo nella mia testa”. Il messaggio ottimista ci porta alla conoscenza di una nuova realtà che ci commuove e ci fa avvicinare lentamente ad un mondo a noi ignoto. Da vedere.
Adele de Blasi
Regia: Silvio Soldini, Giorgio Garini
Genere: docu-fiction
Produzione: Italia 2013
Durata: 95 min
Uscita: 9/10/2013
Voto: 4/5