Dopo mesi di attesa, di rinvii di produzione e di scene aggiuntive che hanno ritardato la post-produzione, arriva finalmente anche in Italia il gangster movie firmato Ruben Fleischer e con un cast di tutto rispetto tra cui Sean Penn, Josh Brolin ed Emma Stone: arriva sugli schermi dal 21 Febbraio Gangster Squad.
La pellicola narra la storia di un reale boss della malavita della Los Angeles del 1949, Mickey Cohen (Sean Penn; This Must Be The Place, Milk), e dei tentativi da parte della polizia locale di fermare la sua scalata al potere e alla corruzione con la nascita di una squadra speciale, con a capo il sergente O’Mara (Josh Brolin; Men In Black 3, Il grinta) e il sergente Wooters (Ryan Gosling; Blue Valentine, Le idi di Marzo). Le cose si complicheranno quando quest’ultimo s’invaghirà della pupa del boss, Grace Faraday (Emma Stone; The Amazing Spider-Man, The Help).
Ribadire che le attese per questa pellicola erano molto alte è giusto. C’erano tutti gli ingredienti: un regista che si era fatto notare (positivamente) con l’humor nero di Benvenuti a Zombieland, con il doppio premio Oscar Sean Penn nei panni di un boss mafioso che intrigava già sin dalle prime immagini, col bel Ryan Gosling e la pupa intelligente Emma Stone che hanno la giusta dose di bellezza e bravura; con un Josh Brolin, che tra un Men in Black, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni e Il grinta ha dimostrato di sapersi muovere facilmente tra i generi con sorprendenti risultati. E poi ancora il più volte candidato al premio Oscar Nick Nolte e ancora Giovanni Ribisi, Robert Patrick e il direttore della fotografia premio Oscar (per Memorie di una Geisha) Dion Beebe. Il problema di fondo, però, è che tutti questi elementi non sono stati ben dosati e, alla base, il più grosso difetto della pellicola risulta essere la sceneggiatura. Scritta da Will Beall, la distribuzione dei personaggi non è equilibrata: da una parte abbiamo questo boss brillantemente interpretato da Sean Penn e dall’altra questo gruppo variopinto che combatte la corruzione e la mafia con una scioltezza, superficialità e sense of humor tale che lo spettatore già sa, dopo venti minuti di film, che i buoni vinceranno e che tutto andrà bene, sminuendo totalmente il valore e la forza del personaggio di Penn, quasi come se ci si trovasse davanti ad un film di super eroi. E questo è un grosso torto che si fa ai personaggi ed alle rappresentazioni degli interpreti, anche perché non siamo in un film di super eroi e di certo la prospettiva del regista non voleva essere caricaturale né stereotipata sui suoi personaggi.
Se Ryan Gosling e Sean Penn rimangono quelli più riusciti, inseriti in tale contesto mal costruito e di assoluta prevedibilità anche loro finiranno per perdersi in battute e dialoghi presi dai migliori film della Hollywood passata, che sanno fin troppo di “già sentito” e melenso da non riuscire a convincere e rimanere nel cuore del pubblico, malgrado la musichetta (a tratti insopportabile) “spinge” ogni sentimento per caricarlo di emotività affinché arrivi allo spettatore, vista i dialoghi flebili. Altro punto da sottolineare è l’intenzione da parte di regista e sceneggiatore di produrre un noir in stile anni '40, con fotografia e messa in scena adatte al periodo storico. Il problema è che la pellicola è fin troppo “colorata” per far immedesimare il pubblico nella storia (sarebbe bastato avere il coraggio di portare il film sullo schermo nel più convincente bianco e nero come hanno fatto colleghi come Tim Burton in Ed Wood o nel recente Frankenweenie), con un montaggio fin troppo frenetico e non equilibrato nella scalata sociale del boss e soprattutto con un insopportabile utilizzo sproporzionato della CGI (la nebbia artificiale non si può non notare) e con una scena finale che ha un insensato utilizzo del rallenty alla Guy Ritchie che elimina ogni tentativo di stile e linguaggio nel periodo raccontato (il 1949, appunto).
Rimangono comunque alcune scene di forte impatto emotivo e l’appeal degli interpreti è forte e si sente. Resta il fatto che la delusione supera qualsiasi piccolo aspetto positivo. Si poteva fare davvero molto di più. E molto meglio.
Luca Arcidiacono
Gangster Squad
(Id.)
Regia: Ruben Fleisher
Cast: Sean Penn, Josh Brolin, Ryan Gosling, Emma Stone, Giovanni Ribisi, Nick Nolte
Genere: Noir
Produzione: USA 2012
Distribuzione:Warner Bros Picture Italia
Durata: 113 min.
Uscita: 21/02/2013
Voto: 2/5
La pellicola narra la storia di un reale boss della malavita della Los Angeles del 1949, Mickey Cohen (Sean Penn; This Must Be The Place, Milk), e dei tentativi da parte della polizia locale di fermare la sua scalata al potere e alla corruzione con la nascita di una squadra speciale, con a capo il sergente O’Mara (Josh Brolin; Men In Black 3, Il grinta) e il sergente Wooters (Ryan Gosling; Blue Valentine, Le idi di Marzo). Le cose si complicheranno quando quest’ultimo s’invaghirà della pupa del boss, Grace Faraday (Emma Stone; The Amazing Spider-Man, The Help).
Ribadire che le attese per questa pellicola erano molto alte è giusto. C’erano tutti gli ingredienti: un regista che si era fatto notare (positivamente) con l’humor nero di Benvenuti a Zombieland, con il doppio premio Oscar Sean Penn nei panni di un boss mafioso che intrigava già sin dalle prime immagini, col bel Ryan Gosling e la pupa intelligente Emma Stone che hanno la giusta dose di bellezza e bravura; con un Josh Brolin, che tra un Men in Black, Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni e Il grinta ha dimostrato di sapersi muovere facilmente tra i generi con sorprendenti risultati. E poi ancora il più volte candidato al premio Oscar Nick Nolte e ancora Giovanni Ribisi, Robert Patrick e il direttore della fotografia premio Oscar (per Memorie di una Geisha) Dion Beebe. Il problema di fondo, però, è che tutti questi elementi non sono stati ben dosati e, alla base, il più grosso difetto della pellicola risulta essere la sceneggiatura. Scritta da Will Beall, la distribuzione dei personaggi non è equilibrata: da una parte abbiamo questo boss brillantemente interpretato da Sean Penn e dall’altra questo gruppo variopinto che combatte la corruzione e la mafia con una scioltezza, superficialità e sense of humor tale che lo spettatore già sa, dopo venti minuti di film, che i buoni vinceranno e che tutto andrà bene, sminuendo totalmente il valore e la forza del personaggio di Penn, quasi come se ci si trovasse davanti ad un film di super eroi. E questo è un grosso torto che si fa ai personaggi ed alle rappresentazioni degli interpreti, anche perché non siamo in un film di super eroi e di certo la prospettiva del regista non voleva essere caricaturale né stereotipata sui suoi personaggi.
Se Ryan Gosling e Sean Penn rimangono quelli più riusciti, inseriti in tale contesto mal costruito e di assoluta prevedibilità anche loro finiranno per perdersi in battute e dialoghi presi dai migliori film della Hollywood passata, che sanno fin troppo di “già sentito” e melenso da non riuscire a convincere e rimanere nel cuore del pubblico, malgrado la musichetta (a tratti insopportabile) “spinge” ogni sentimento per caricarlo di emotività affinché arrivi allo spettatore, vista i dialoghi flebili. Altro punto da sottolineare è l’intenzione da parte di regista e sceneggiatore di produrre un noir in stile anni '40, con fotografia e messa in scena adatte al periodo storico. Il problema è che la pellicola è fin troppo “colorata” per far immedesimare il pubblico nella storia (sarebbe bastato avere il coraggio di portare il film sullo schermo nel più convincente bianco e nero come hanno fatto colleghi come Tim Burton in Ed Wood o nel recente Frankenweenie), con un montaggio fin troppo frenetico e non equilibrato nella scalata sociale del boss e soprattutto con un insopportabile utilizzo sproporzionato della CGI (la nebbia artificiale non si può non notare) e con una scena finale che ha un insensato utilizzo del rallenty alla Guy Ritchie che elimina ogni tentativo di stile e linguaggio nel periodo raccontato (il 1949, appunto).
Rimangono comunque alcune scene di forte impatto emotivo e l’appeal degli interpreti è forte e si sente. Resta il fatto che la delusione supera qualsiasi piccolo aspetto positivo. Si poteva fare davvero molto di più. E molto meglio.
Luca Arcidiacono
Gangster Squad
(Id.)
Regia: Ruben Fleisher
Cast: Sean Penn, Josh Brolin, Ryan Gosling, Emma Stone, Giovanni Ribisi, Nick Nolte
Genere: Noir
Produzione: USA 2012
Distribuzione:Warner Bros Picture Italia
Durata: 113 min.
Uscita: 21/02/2013
Voto: 2/5