Quentin Tarantino porta sullo schermo una vicenda drammatica ambientata nel sud degli Stati Uniti, prima dell’inizio della guerra civile. Django Unchained esce il 17 febbraio in 500 copie, distribuito dalla Warner Bros. Pictures Italia. Lo schiavo Django, il premio Oscar Jamie Fox, ridotto in catene dal suo padrone incontra il dott. King Scultz (Christoph Waltz), cacciatore di taglie, di origini tedesche, che è alla ricerca dei fratelli Brittle, da catturare vivi o morti per incassare la taglia. Django, viene liberato dalle sue catene e assoldato da Schultz, con l’impegno di lasciarlo libero una volta catturati i fratelli Brittle e riscossa la taglia. Lo schiavo, viene addestrato in poco tempo, ad essere anche lui un cacciatore di taglie. Ma il vero scopo di Django, è trovare sua moglie Broomhilda (Kerry Washington) ridotta in schiavitù e liberarla.
L’unione e la solidarietà tra i due uomini li porterà a scontrarsi con la ferocia del negriero Calvin Candle, il premio Oscar Leonardo di Caprio.
Tarantino, porta sullo schermo uno Spaghetti Western facendo un grande omaggio a Sergio Corbucci, sia con il titolo "Django" che con la musica di Luis Bacalov, anche se subito ne prende le distanze e non sempre riesce a tratti a restituirci la stessa magia. Nel film, c’è anche un cameo di Franco Nero, che ci riporta alle immagini del primo Django girato dallo stesso attore nel 1966. La pellicola decisamente “splatter” mostra sequenze di grande ferocia, come il combattimento a Candyland tra i due mandingo, dove il sangue scorre a fiumi, sotto lo sguardo divertito di un superbo Leonardo di Caprio. Il padrone della tenuta, Di Caprio, mefistofelico, crudele, gode nel dare sofferenza organizzando combattimenti di indicibile violenza. Lo script, è forte e potente e gli attori semplicemente superbi, ogni dialogo sembra scritto sulla loro pelle. Il tema affrontato è complesso, la schiavitù e il problema razziale sono visti dall’occhio di un bianco, con un grande riscatto finale in cui l’happy end è assicurato. La schiavitù è frutto di grande brutalità, gli abusi subiti sono tanti e il sangue scorre a fiumi. Il film ruota su due binari: una prima parte in cui il regista non da il meglio di se, nelle scene realizzate in grandi spazi aperti sembra quasi perdersi nella natura. La fotografia divina, sottolinea la bellezza della storia, fatta di grandi cavalcate tra montagne innevate, in una natura totalmente incontaminata in cui corrono branchi di alci. La seconda parte, quasi totalmente girata in interni, sicuramente molto tarantiniana, meravigliosa, i dialoghi sono incollati sulla pelle degli attori, è qui che spicca il volo il regista, riuscendo a dare forti emozioni. Tarantino, non ci fornisce grandi novità con questa nuova pellicola, ma si limita a miscelare con padronanza vari generi, rubacchiando dai film del passato e aggiungendo ad essi il suo estro creativo. Django, è un mix di eroe moderno con i suoi occhialetti scuri, pronto a tutto, ma è anche un eroe antico uscito da un romanzo wagneriano, deciso ad ogni costo a salvare la sua amata Broomhilda.
Il regista trasferisce una leggenda nordica e la colloca nel sud dell’America, dandogli una forte collocazione “black”. Per questo imprinting , è stato tacciato di razzismo, infatti senza alcun filtro vengono mostrate le condizioni degli schiavi e a quali torture venivano sottoposti. Samuel L.Jackson, attore molto amato da Tarantino, settantenne, interpreta con grande carisma, il capo degli schiavi, ma è anche un abile manipolatore che influenza il suo padrone e partecipa agli orrori che si svolgono a Candyland. La durata del film, decisamente lungo, è due ore e quaranta, di pura emozione, in cui lo spettatore resta conquistato da ogni singolo fotogramma. La musica, magnifica, in parte ripresa dagli Spaghetti Western e sapientemente miscelata a temi più rock contribuisce a dare unicità a questa pellicola, collocandola tra i migliori film di Quentin Tarantino.
Il genere, lo Spaghetti Western, è solo un pretesto per trattare grandi temi sociali, con un intreccio umano fatto di solidarietà e amicizia, quello che nasce tra i due protagonisti. Il regista non tenta di addolcirci la pillola attraverso la storia d’amore tra Django e Hilda, tutto è visto con lucidità e tutte le nefandezze di quell'epoca vengono guardate senza filtri. Tarantino, da tanto orrore, fa emergere un eroe moderno, pronto a tutto per amore, un pò fumetto, un po’realistico, sicuramente un icona leggendaria. Un film interessante, da non perdere e da ricordare.
Adele de Blasi
Django Unchained
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Jamie Foxx, James Remar, Kerry Washington,
Don Johnson, James Russo
Genere: Western
Produzione: USA 2013
Distribuzione: Warner Bros Italia
Durata: 165 min.
Uscita: 17/01/2013
Voto: 4 ½ su 5
L’unione e la solidarietà tra i due uomini li porterà a scontrarsi con la ferocia del negriero Calvin Candle, il premio Oscar Leonardo di Caprio.
Tarantino, porta sullo schermo uno Spaghetti Western facendo un grande omaggio a Sergio Corbucci, sia con il titolo "Django" che con la musica di Luis Bacalov, anche se subito ne prende le distanze e non sempre riesce a tratti a restituirci la stessa magia. Nel film, c’è anche un cameo di Franco Nero, che ci riporta alle immagini del primo Django girato dallo stesso attore nel 1966. La pellicola decisamente “splatter” mostra sequenze di grande ferocia, come il combattimento a Candyland tra i due mandingo, dove il sangue scorre a fiumi, sotto lo sguardo divertito di un superbo Leonardo di Caprio. Il padrone della tenuta, Di Caprio, mefistofelico, crudele, gode nel dare sofferenza organizzando combattimenti di indicibile violenza. Lo script, è forte e potente e gli attori semplicemente superbi, ogni dialogo sembra scritto sulla loro pelle. Il tema affrontato è complesso, la schiavitù e il problema razziale sono visti dall’occhio di un bianco, con un grande riscatto finale in cui l’happy end è assicurato. La schiavitù è frutto di grande brutalità, gli abusi subiti sono tanti e il sangue scorre a fiumi. Il film ruota su due binari: una prima parte in cui il regista non da il meglio di se, nelle scene realizzate in grandi spazi aperti sembra quasi perdersi nella natura. La fotografia divina, sottolinea la bellezza della storia, fatta di grandi cavalcate tra montagne innevate, in una natura totalmente incontaminata in cui corrono branchi di alci. La seconda parte, quasi totalmente girata in interni, sicuramente molto tarantiniana, meravigliosa, i dialoghi sono incollati sulla pelle degli attori, è qui che spicca il volo il regista, riuscendo a dare forti emozioni. Tarantino, non ci fornisce grandi novità con questa nuova pellicola, ma si limita a miscelare con padronanza vari generi, rubacchiando dai film del passato e aggiungendo ad essi il suo estro creativo. Django, è un mix di eroe moderno con i suoi occhialetti scuri, pronto a tutto, ma è anche un eroe antico uscito da un romanzo wagneriano, deciso ad ogni costo a salvare la sua amata Broomhilda.
Il regista trasferisce una leggenda nordica e la colloca nel sud dell’America, dandogli una forte collocazione “black”. Per questo imprinting , è stato tacciato di razzismo, infatti senza alcun filtro vengono mostrate le condizioni degli schiavi e a quali torture venivano sottoposti. Samuel L.Jackson, attore molto amato da Tarantino, settantenne, interpreta con grande carisma, il capo degli schiavi, ma è anche un abile manipolatore che influenza il suo padrone e partecipa agli orrori che si svolgono a Candyland. La durata del film, decisamente lungo, è due ore e quaranta, di pura emozione, in cui lo spettatore resta conquistato da ogni singolo fotogramma. La musica, magnifica, in parte ripresa dagli Spaghetti Western e sapientemente miscelata a temi più rock contribuisce a dare unicità a questa pellicola, collocandola tra i migliori film di Quentin Tarantino.
Il genere, lo Spaghetti Western, è solo un pretesto per trattare grandi temi sociali, con un intreccio umano fatto di solidarietà e amicizia, quello che nasce tra i due protagonisti. Il regista non tenta di addolcirci la pillola attraverso la storia d’amore tra Django e Hilda, tutto è visto con lucidità e tutte le nefandezze di quell'epoca vengono guardate senza filtri. Tarantino, da tanto orrore, fa emergere un eroe moderno, pronto a tutto per amore, un pò fumetto, un po’realistico, sicuramente un icona leggendaria. Un film interessante, da non perdere e da ricordare.
Adele de Blasi
Django Unchained
Regia: Quentin Tarantino
Cast: Jamie Foxx, James Remar, Kerry Washington,
Don Johnson, James Russo
Genere: Western
Produzione: USA 2013
Distribuzione: Warner Bros Italia
Durata: 165 min.
Uscita: 17/01/2013
Voto: 4 ½ su 5