Robbie, un bad boy di Glasgow, è stato condannato a svolgere lavori socialmente utili per 300 ore, in seguito a un aggressione che lo ha portato a ferire gravemente un suo coetaneo. Leonie, la sua ragazza, gli ha dato un figlio Luke, per amore del nascituro, Robbie giura che cambierà vita e che suo figlio avrà un destino migliore. Il suo impegno sociale lo porta a conoscere Albert, Rhino e Mo anche loro desiderosi di un cambiamento. Ma sarà Harry, il loro supervisore, a dare loro nuove prospettive, attraverso il mondo del whisky. Il film arriva nelle sale il 13 dicembre, distribuito dalla Bim Distribuzione. La pellicola, molto ben accolta, premio speciale della giuria a Cannes e premiato al Torino Film Fest.
Il premio di Torino non è stato accettato da Ken Loach, questo ha suscitato molto clamore, la motivazione è stata dettata da un fatto di principio, l’esternalizzazione del lavoro del museo del cinema.
I salari dei lavoratori del museo, non solo troppo bassi, a cui ha fatto seguito il licenziamento di cinque lavoratori, per motivi non equi. Dopo le rimostranze del regista, l’invito al festival è stato ritirato e inoltre Loach è stato tacciato di essere un megalomane, di fronte a tanto disinteresse e il rifiuto del premio. Questa pellicola, molto diversa dal precedente film, molto duro, sempre rivolto all’impegno sociale, si impone sia per la voglia di strappare un sorriso, che per la leggerezza e l’ironia che ne fanno un mix esplosivo. La storia di Robbie, è la storia di un uomo che non ha ne lavoro, ne futuro. Come lui sono gli altri protagonisti impegnati nei lavori sociali, ma contrariamente alle aspettative non vengono presentati come vittime, in realtà vengono ridicolarizzati molti aspetti delle loro personalità. A questo gruppo di sgangherati, si intreccia la storia del whisky, liquore forte e pregiato, ma non consumato da molti, perché bevanda costosa. L’incontro e scontro tra queste due realtà, i ragazzi di Glasgow semplici, e un pò rozzi, e il mondo, dei conoscitori del whisky, colto e sofisticato si intreccerà. Il linguaggio, con cui si parla della bevanda, è pretenzioso e stravagante. I personaggi, ben amalgamati tra loro, alcuni attori professionisti e altri no, riescono a tessere una rete fatta di drammaticità e comicità che cattura gli spettatori fin dai primi fotogrammi. Ken Loach, sempre attento ai temi sociali, porta in scena una commedia a tinte forti, con grande humor e l'happy hand.
Le avversità, vissute dai protagonisti, creano ilarità, ma dietro alla comicità che vediamo, vi è anche la solitudine. Robbie, è un ragazzaccio, con un passato difficile alle spalle, che tenta di farsi un'altra vita, per costruirsi una vera famiglia con Leonie e Luke. La comicità del film, non è certo lo zuccherino per addolcire la disperazione che aleggia nella storia, il centro del dramma è un umanità comune, che lotta con la solitudine e la mancanza di futuro. Qui con grande maestria Loach mostra il grande livello di disoccupazione giovanile in Scozia. Grandi temi, vengono affrontati e la solidarietà, è un elemento molto importante che tutti i protagonisti condividono e a cui si aggrappano. Poi c’è l’amore, che è un'altra sfaccettatura, che porterà Robbie ad uscire dal tunnel e infine l’affetto di Albert, l’assistente sociale, che permetterà loro di ritrovare se stessi. Con l’aiuto di Albert e la conoscenza del whisky, i ragazzi di Glasgow cambieranno la loro vita e troveranno un sensoi. La parte degli angeli, racchiude tutto un mondo, e tocca molte corde dell’animo umano, ci rende partecipi del disagio giovanile, ma lascia dietro di se un messaggio positivo, bisogna lottare e non arrendersi per cambiare la propria vita.
Adele de Blasi
La parte degli angeli
The Angels' Share
Regia: Ken Loach
Cast: Paul Branningan, Roger Allam, John Henshaw,
William Ruane, Daniel Portman, David Goodall
Genere: Commedia
Produzione: Gran Bretagna 2012
Distribuzione: Bim
Data di uscita: 13/12/2012
Voto: 5/5
Il premio di Torino non è stato accettato da Ken Loach, questo ha suscitato molto clamore, la motivazione è stata dettata da un fatto di principio, l’esternalizzazione del lavoro del museo del cinema.
I salari dei lavoratori del museo, non solo troppo bassi, a cui ha fatto seguito il licenziamento di cinque lavoratori, per motivi non equi. Dopo le rimostranze del regista, l’invito al festival è stato ritirato e inoltre Loach è stato tacciato di essere un megalomane, di fronte a tanto disinteresse e il rifiuto del premio. Questa pellicola, molto diversa dal precedente film, molto duro, sempre rivolto all’impegno sociale, si impone sia per la voglia di strappare un sorriso, che per la leggerezza e l’ironia che ne fanno un mix esplosivo. La storia di Robbie, è la storia di un uomo che non ha ne lavoro, ne futuro. Come lui sono gli altri protagonisti impegnati nei lavori sociali, ma contrariamente alle aspettative non vengono presentati come vittime, in realtà vengono ridicolarizzati molti aspetti delle loro personalità. A questo gruppo di sgangherati, si intreccia la storia del whisky, liquore forte e pregiato, ma non consumato da molti, perché bevanda costosa. L’incontro e scontro tra queste due realtà, i ragazzi di Glasgow semplici, e un pò rozzi, e il mondo, dei conoscitori del whisky, colto e sofisticato si intreccerà. Il linguaggio, con cui si parla della bevanda, è pretenzioso e stravagante. I personaggi, ben amalgamati tra loro, alcuni attori professionisti e altri no, riescono a tessere una rete fatta di drammaticità e comicità che cattura gli spettatori fin dai primi fotogrammi. Ken Loach, sempre attento ai temi sociali, porta in scena una commedia a tinte forti, con grande humor e l'happy hand.
Le avversità, vissute dai protagonisti, creano ilarità, ma dietro alla comicità che vediamo, vi è anche la solitudine. Robbie, è un ragazzaccio, con un passato difficile alle spalle, che tenta di farsi un'altra vita, per costruirsi una vera famiglia con Leonie e Luke. La comicità del film, non è certo lo zuccherino per addolcire la disperazione che aleggia nella storia, il centro del dramma è un umanità comune, che lotta con la solitudine e la mancanza di futuro. Qui con grande maestria Loach mostra il grande livello di disoccupazione giovanile in Scozia. Grandi temi, vengono affrontati e la solidarietà, è un elemento molto importante che tutti i protagonisti condividono e a cui si aggrappano. Poi c’è l’amore, che è un'altra sfaccettatura, che porterà Robbie ad uscire dal tunnel e infine l’affetto di Albert, l’assistente sociale, che permetterà loro di ritrovare se stessi. Con l’aiuto di Albert e la conoscenza del whisky, i ragazzi di Glasgow cambieranno la loro vita e troveranno un sensoi. La parte degli angeli, racchiude tutto un mondo, e tocca molte corde dell’animo umano, ci rende partecipi del disagio giovanile, ma lascia dietro di se un messaggio positivo, bisogna lottare e non arrendersi per cambiare la propria vita.
Adele de Blasi
La parte degli angeli
The Angels' Share
Regia: Ken Loach
Cast: Paul Branningan, Roger Allam, John Henshaw,
William Ruane, Daniel Portman, David Goodall
Genere: Commedia
Produzione: Gran Bretagna 2012
Distribuzione: Bim
Data di uscita: 13/12/2012
Voto: 5/5