Aya (Lou Doillon) e Louis (Samuel Benchetrit) sono una coppia di separati con una bambina, Nina di sette anni. Vivono una vita serena con nuovi patners, ma per caso un giorno ricominciano a frequentarsi come amanti. Tutto questo causerà scompiglio nelle loro vite e tra i loro compagni , anche la loro figlia Nina ne verrà coinvolta. Il film parla dei delicati equilibri familiari, della crisi della coppia, del decadimento dei valori e della voglia di amarsi ancora. Quello che si porta sullo schermo non è la classica coppia, ma un triangolo amoroso e il tema è affrontato con estrema delicatezza.
Aya confida al suo ex marito che il suo nuovo compagno Victor vuole un figlio da lei, questo fa scattare di nuovo l’alchimia tra loro, la situazione diventa complicata e la passione incendia i due ex coniugi. Il regista dice che non si è ispirato a nessun film come Jules e Jim di Truffaut, ma la sua formazione è il cinema classico alla Bergman e i romanzi francesi con il dialogo. Il film viene costruito, quasi come fosse un tappeto colorato di cui Doillon intesse i fili, dando poi anche agli attori la possibilità di colorarlo ulteriormente con altri fili.
Nella storia è la donna che fa un complotto ai danni degli uomini, i due uomini si contendono l’amore di Aya e ne subiscono le sue insicurezze. La pellicola fatta di grandi piani sequenza, silenzi prolungati e un ritmo che cambia in continuazione, tutto è charme, un opera veramente interessante che si fa notare nella pochezza delle pellicole presentate al festival del cinema. I dialoghi scritti con grande abilità, danno la dimensione esatta di quale squilibrio vive la protagonista. Le suggestioni sono più teatrali che cinematografiche, siamo di fronte a una grande pièce teatrale in tre atti. Le location, un appartamento bohemien e un hotel retrò in riva al mare della Bretagna, danno sapore alla storia rendendola magica. Tutto è perfetto, unico intoppo, un eccessiva lunghezza e a volte la lentezza con cui procede la storia. Nel cast la figlia del regista, la bravissima Lou Doillon (figlia di Jane Birkin), un cast veramente eccezionale, tra cui spicca la bambina per le sue doti recitative, è lei la vera protagonista.
Nella scena finale la famiglia si ricompone sotto gli occhi sognanti di Nina, che è l’unica adulta in un mondo di adulti, quasi a sottolineare la fragilità del mondo familiare. Inserito al settimo Festival Internazionale del Film di Roma nei film in concorso, sicuramente merita un premio per trama, dialoghi e attori magistrali. Durata due ore e venti di grande cinema, grandi applausi, da non perdere.
Adele de Blasi
Un enfant de toi
Regia: Jacques Doillon
Cast: Lou Doillon, Samuel Bemchetrit, Malik Zidi,
Marilyne Fontaine, Olga Milshtein
Genere: Commedia
Durata: 140 min.
Produzione: Francia, 2012
Aya confida al suo ex marito che il suo nuovo compagno Victor vuole un figlio da lei, questo fa scattare di nuovo l’alchimia tra loro, la situazione diventa complicata e la passione incendia i due ex coniugi. Il regista dice che non si è ispirato a nessun film come Jules e Jim di Truffaut, ma la sua formazione è il cinema classico alla Bergman e i romanzi francesi con il dialogo. Il film viene costruito, quasi come fosse un tappeto colorato di cui Doillon intesse i fili, dando poi anche agli attori la possibilità di colorarlo ulteriormente con altri fili.
Nella storia è la donna che fa un complotto ai danni degli uomini, i due uomini si contendono l’amore di Aya e ne subiscono le sue insicurezze. La pellicola fatta di grandi piani sequenza, silenzi prolungati e un ritmo che cambia in continuazione, tutto è charme, un opera veramente interessante che si fa notare nella pochezza delle pellicole presentate al festival del cinema. I dialoghi scritti con grande abilità, danno la dimensione esatta di quale squilibrio vive la protagonista. Le suggestioni sono più teatrali che cinematografiche, siamo di fronte a una grande pièce teatrale in tre atti. Le location, un appartamento bohemien e un hotel retrò in riva al mare della Bretagna, danno sapore alla storia rendendola magica. Tutto è perfetto, unico intoppo, un eccessiva lunghezza e a volte la lentezza con cui procede la storia. Nel cast la figlia del regista, la bravissima Lou Doillon (figlia di Jane Birkin), un cast veramente eccezionale, tra cui spicca la bambina per le sue doti recitative, è lei la vera protagonista.
Nella scena finale la famiglia si ricompone sotto gli occhi sognanti di Nina, che è l’unica adulta in un mondo di adulti, quasi a sottolineare la fragilità del mondo familiare. Inserito al settimo Festival Internazionale del Film di Roma nei film in concorso, sicuramente merita un premio per trama, dialoghi e attori magistrali. Durata due ore e venti di grande cinema, grandi applausi, da non perdere.
Adele de Blasi
Un enfant de toi
Regia: Jacques Doillon
Cast: Lou Doillon, Samuel Bemchetrit, Malik Zidi,
Marilyne Fontaine, Olga Milshtein
Genere: Commedia
Durata: 140 min.
Produzione: Francia, 2012