Torna nelle sale italiane e, per la prima volta senza tagli, il capolavoro ultimo di Sergio Leone, C’era una volta in America. A partire dal 18 ottobre infatti, sarà possibile vivere in sala l’emozione di un viaggio destinato a non avere fine, iniziato nel 1984, quando il film venne “alla luce”, tra l’America del Nord e l’Europa in un arco di tempo che ripercorre circa trent’anni. Perché è questa la storia che Leone ha voluto raccontare prima di uscire per sempre di scena, quella di un’amicizia e di un tradimento che hanno accompagnato un uomo durante tutta la sua vita fino alla vecchiaia. Un uomo sommerso dai ricordi e dai rimpianti, un “antieroe” se vogliamo, uno che acquista un biglietto di sola andata per allontanarsi da tutto, senza aggrapparsi più a nulla se non alla memoria.
Il restauro della pellicola è stato finanziato da Gucci e The Film Foundation di Martin Scorsese e realizzato dalla Cineteca di Bologna al laboratorio L’immagine ritrovata in collaborazione con Andrea Leone Films e Regency Enterprise. Nella nuova versione, presentata già al Festival di Cannes 2012, ritroviamo ben 26’ in più e arriviamo a una durata complessiva di 4 ore e 19 minuti. Sei blocchi di scene ritrovate, appartenenti al montaggio “primo” del regista, reinserite dove furono tagliate, dal dialogo tra Robert De Niro e Louise Fletcher alla scena in cui Deborah interpreta Cleopatra in teatro. Il film ha dovuto subire diversi tagli e ulteriori ripensamenti, venne ridotto per la prima volta dallo stesso Leone per la Prima al Festival di Cannes nel 1984, poi per il mercato europeo a 3 ore 49 minuti e per quello statunitense a 2 ore e 19 minuti. Le scene aggiunte le ritroviamo esattamente dove Leone le aveva pensate e, questo, nonostante la qualità delle immagini ovviamente ben al di sotto del resto del film, così come l’audio in lingua originale con i sottotitoli, dà alla pellicola un valore aggiuntivo. E’ un po’ come scoprire per la prima volta quello che il padre assoluto del film avrebbe voluto affinché il suo capolavoro si sentisse “completo”. E non si sentono affatto quelle 4 ore, almeno non come un fattore che pesa e soffoca l’attenzione, anzi. Iniziative come questa, e ringraziamo The Space Cinema e la collaborazione con QMI, “devono” esser sfruttate e colte al volo perché uniche e irripetibili. Perché per quanto C’era una volta in America arrivi allo spettatore impossessandosene completamente anche con un 20 pollici, l’emozione della sala, quella musica memorabile che non si smette mai di ascoltare, e le immagini che scorrono sul grande schermo…beh, rimane difficile persino da spiegare. Non perdete l’occasione di vivere in sala l’emozione di un capolavoro senza tempo, C’era una volta in America, dal 18 ottobre, al cinema!
Valentina Orsini
Il restauro della pellicola è stato finanziato da Gucci e The Film Foundation di Martin Scorsese e realizzato dalla Cineteca di Bologna al laboratorio L’immagine ritrovata in collaborazione con Andrea Leone Films e Regency Enterprise. Nella nuova versione, presentata già al Festival di Cannes 2012, ritroviamo ben 26’ in più e arriviamo a una durata complessiva di 4 ore e 19 minuti. Sei blocchi di scene ritrovate, appartenenti al montaggio “primo” del regista, reinserite dove furono tagliate, dal dialogo tra Robert De Niro e Louise Fletcher alla scena in cui Deborah interpreta Cleopatra in teatro. Il film ha dovuto subire diversi tagli e ulteriori ripensamenti, venne ridotto per la prima volta dallo stesso Leone per la Prima al Festival di Cannes nel 1984, poi per il mercato europeo a 3 ore 49 minuti e per quello statunitense a 2 ore e 19 minuti. Le scene aggiunte le ritroviamo esattamente dove Leone le aveva pensate e, questo, nonostante la qualità delle immagini ovviamente ben al di sotto del resto del film, così come l’audio in lingua originale con i sottotitoli, dà alla pellicola un valore aggiuntivo. E’ un po’ come scoprire per la prima volta quello che il padre assoluto del film avrebbe voluto affinché il suo capolavoro si sentisse “completo”. E non si sentono affatto quelle 4 ore, almeno non come un fattore che pesa e soffoca l’attenzione, anzi. Iniziative come questa, e ringraziamo The Space Cinema e la collaborazione con QMI, “devono” esser sfruttate e colte al volo perché uniche e irripetibili. Perché per quanto C’era una volta in America arrivi allo spettatore impossessandosene completamente anche con un 20 pollici, l’emozione della sala, quella musica memorabile che non si smette mai di ascoltare, e le immagini che scorrono sul grande schermo…beh, rimane difficile persino da spiegare. Non perdete l’occasione di vivere in sala l’emozione di un capolavoro senza tempo, C’era una volta in America, dal 18 ottobre, al cinema!
Valentina Orsini