Leo è un idraulico che ogni giorno affronta l’impresa di crescere due figli adolescenti, Elia e Maddalena, dividendosi tra il lavoro con l’aiutante cinese Fiorenzo e le incombenze di casa - dove la moglie Teresa, stravagante e affettuosa, compare e scompare.
Diana è un’artista sognatrice e squattrinata che - in attesa della grande occasione della sua vita - fatica a pagare l’affitto. Suo proprietario di casa è Amanzio, originale moralizzatore urbano che ha lasciato il lavoro per un nuovo stile di vita e che in una delle sue crociate conosce Elia, con il quale stringe una stramba amicizia.
Leo e Diana s’incontrano da Malaffano, un avvocato strafottente e truffaldino. Leo capita nel suo studio quando scopre che la figlia è protagonista suo malgrado di un video erotico su internet, Diana è già da un po’ che passa lì le sue giornate, costretta per necessità economiche ad affrescare una parete, assecondando le ridicole manie di grandezza dell’avvocato.
Le loro storie s’intrecciano in una città emblema del nostro tempo, sotto lo sguardo severo e ironico delle statue di Garibaldi, Verdi, Leopardi, che dai loro piedistalli - da dove ne hanno viste tante - commentano le sorti di un’Italia alla deriva.
Il nuovo film di Soldini è una commedia morale, ambientata in un luogo immaginario che potrebbe essere una qualsiasi città della penisola. Un’Italia odierna vista dall’alto, che permette di distaccarsi dalla realtà per guardarla con oggettività. Prospettiva che coincide con la “visuale” delle statue degli uomini che l’hanno creata e resa grande, e con il volo di una cicogna; dove quel poco di buono che c’è - i sognanti Elia (incarnazione della purezza giovanile) e Diana (simbolo dei giovani di talento che non trovano spazio) - è soffocato dal malaffare, di cui l’avvocato Malaffanno, un tracotante e convincente Luca Zingaretti, ne è l’emblema.
Il Comandante e la cicogna è una pellicola in cui Soldini usa la comicità come strumento per far capire agli spettatori la drammatica situazione delle cose, lasciando però anche un messaggio di speranza: sia attraverso l’ingenuità e la purezza di Elia e Maddalena, che tramite il nuovo inizio per Leone e Diana. Una commedia dove il surreale diventa mezzo per raccontare il reale, con statue che parlano tra loro e commentano la società in cui “vivono”, un bambino che parla ad una cicogna, e presenze provenienti dall’aldilà con cui sfogare tutta la propria frustrazione. Un microcosmo di personaggi immersi in un pantano che forse solo la speranza di un amore può asciugare.
Arrivati alla fine del film però non i conti non tornano. Si capiscono gli intenti della regia, eppure si ha la sensazione che qualcosa sia stato lasciato a metà. Il film sulla crisi, rimane insomma un altro film sulla crisi del tipo Gli equilibristi, Generazione 1000 euro, etc.
Tutte pellicole in cui la commedia fa ridere ma non riesce nel suo intento: far riflettere ridendo.
Paolo Buonvino
Voto 2.5/5
______________________________________
Con l’idea di raccontare le avventure di diversi individui di città è nato il progetto de Il comandante e la cicogna, ultimo film di Silvio Soldini, tornato alla commedia dopo essersi cimentato nel versante documentaristico. Da domani in sala, la pellicola, ambientata in una città ideale e astratta, costruita tra Torino, Milano e non solo, nasce da una volontà di ribellione, dall'inadeguatezza dello stare sulla terra e dalla voglia di volarvi sopra, proprio come una cicogna che osserva tutto dall'alto senza esserne particolarmente turbata e riuscendo a sperare in un futuro diverso.
Così, in una dimensione surreale e quasi magica, si intrecciano le vicende dell'idraulico Leo Buonvento, interpretato da Valerio Mastandrea, il quale, ogni giorno si trova a combattere, da solo, con l'educazione dei figli, Elia (Luca Dirodi) e Maddalena (Serena Pinto). Incoraggiato anche dalla moglie scomparsa, Teresa (Claudia Gerini), l'uomo sarà costretto a dividersi tra i problemi familiari e quelli lavorativi, affiancato, in questi ultimi, da Fiorenzo (Yangshi). Sul versante opposto del film, Diana Rigamonti, interpretata da Alba Rohrwacher, rappresenta un’artista alle prese con la crisi lavorativa e con la mancanza di soldi con cui pagare l'affitto al padrone di casa Amanzio (Giuseppe Battiston), intellettuale dal linguaggio aulico.
E', invece, l’attore Luca Zingaretti a dar forma e voce all'avvocato Malaffanno, stravagante e truffaldino, personaggio carico di comicità velata dalle sue gesta, in cui verranno ad essere coinvolti anche Leo e Diana, l'uno per un riflesso legale e l'altra per la realizzazione di un affresco.
Il tredicenne Elia è il classico ragazzo solitario che trova quale unico conforto al suo malessere interiore l'amicizia con la cicogna Agostina, con cui si confida riuscendo, almeno in parte, a liberarsene. Insieme ad Amanzio, con cui costruirà un bel rapporto di amicizia, il giovane risulta essere una delle figure centrali del film, essendone una stratificazione alquanto sensitiva, mentre la sorella Maddalena è una sedicenne alle prese con le storielle d'amore e con i molti fidanzatini. A sottolineare l'orizzonte osservativo del mondo, oltre alla presenza della cicogna, sono, anche, le statue di Garibaldi, Cazzaniga, Da Vinci e Leopardi, animate dalle voci di Pierfrancesco Favino, Gigio Alberti e Neri Marcorè.
La tematica di fondo è, in un certo senso, quella dell'amore, di tipo soprattutto familiare, un legame che va intensificandosi nel corso del film, fino a culminare nell'abbraccio dei componenti della famiglia. Attorno a questo focus centrale, concernente le storie di Leo, Elia e Maddalena, si susseguono le varie situation comedy degli altri personaggi, intenti a regalare sorrisi e coinvolgimento. L'amore giunge al suo culmine solo nel finale, con l'unione di Leo e Diana, di cui anche Teresa, figura onnisciente, è compiaciuta. Prima volta sullo schermo per Luca Dirodi e Serena Pinto, i quali hanno dato ai loro personaggi una degna interpretazione, affiancati dall'estrema professionalità del regista e degli scenografi, nonché dalla spiccata preparazione artistica di tutti gli attori, cimentatisi anche in diversi dialetti locali e accenti molteplici, a partire dal ligure della Gerini, fino ad arrivare al napoletano di Mastandrea; varianti linguistiche, queste, particolari e ben accentuate. É stato possibile assistere, inoltre, anche alla conferenza post – proiezione tenuta dagli attori e dallo staff produttivo del film, tra cui il regista e il rappresentante della Warner Bros Pictures Lionello Cerri, i quali hanno presentato il prodotto filmico sottolineandone le fasi costitutive ed interpretative operate dagli stessi attori, che hanno dichiarato di essersi emozionati ad impersonare le parti, a partire da Luca Zingaretti, molto divertito nel rivestire i panni dell'avvocato milanese dalla lunga capigliatura.
Federico Di Massimantonio
Voto: 3/5
Diana è un’artista sognatrice e squattrinata che - in attesa della grande occasione della sua vita - fatica a pagare l’affitto. Suo proprietario di casa è Amanzio, originale moralizzatore urbano che ha lasciato il lavoro per un nuovo stile di vita e che in una delle sue crociate conosce Elia, con il quale stringe una stramba amicizia.
Leo e Diana s’incontrano da Malaffano, un avvocato strafottente e truffaldino. Leo capita nel suo studio quando scopre che la figlia è protagonista suo malgrado di un video erotico su internet, Diana è già da un po’ che passa lì le sue giornate, costretta per necessità economiche ad affrescare una parete, assecondando le ridicole manie di grandezza dell’avvocato.
Le loro storie s’intrecciano in una città emblema del nostro tempo, sotto lo sguardo severo e ironico delle statue di Garibaldi, Verdi, Leopardi, che dai loro piedistalli - da dove ne hanno viste tante - commentano le sorti di un’Italia alla deriva.
Il nuovo film di Soldini è una commedia morale, ambientata in un luogo immaginario che potrebbe essere una qualsiasi città della penisola. Un’Italia odierna vista dall’alto, che permette di distaccarsi dalla realtà per guardarla con oggettività. Prospettiva che coincide con la “visuale” delle statue degli uomini che l’hanno creata e resa grande, e con il volo di una cicogna; dove quel poco di buono che c’è - i sognanti Elia (incarnazione della purezza giovanile) e Diana (simbolo dei giovani di talento che non trovano spazio) - è soffocato dal malaffare, di cui l’avvocato Malaffanno, un tracotante e convincente Luca Zingaretti, ne è l’emblema.
Il Comandante e la cicogna è una pellicola in cui Soldini usa la comicità come strumento per far capire agli spettatori la drammatica situazione delle cose, lasciando però anche un messaggio di speranza: sia attraverso l’ingenuità e la purezza di Elia e Maddalena, che tramite il nuovo inizio per Leone e Diana. Una commedia dove il surreale diventa mezzo per raccontare il reale, con statue che parlano tra loro e commentano la società in cui “vivono”, un bambino che parla ad una cicogna, e presenze provenienti dall’aldilà con cui sfogare tutta la propria frustrazione. Un microcosmo di personaggi immersi in un pantano che forse solo la speranza di un amore può asciugare.
Arrivati alla fine del film però non i conti non tornano. Si capiscono gli intenti della regia, eppure si ha la sensazione che qualcosa sia stato lasciato a metà. Il film sulla crisi, rimane insomma un altro film sulla crisi del tipo Gli equilibristi, Generazione 1000 euro, etc.
Tutte pellicole in cui la commedia fa ridere ma non riesce nel suo intento: far riflettere ridendo.
Paolo Buonvino
Voto 2.5/5
______________________________________
Con l’idea di raccontare le avventure di diversi individui di città è nato il progetto de Il comandante e la cicogna, ultimo film di Silvio Soldini, tornato alla commedia dopo essersi cimentato nel versante documentaristico. Da domani in sala, la pellicola, ambientata in una città ideale e astratta, costruita tra Torino, Milano e non solo, nasce da una volontà di ribellione, dall'inadeguatezza dello stare sulla terra e dalla voglia di volarvi sopra, proprio come una cicogna che osserva tutto dall'alto senza esserne particolarmente turbata e riuscendo a sperare in un futuro diverso.
Così, in una dimensione surreale e quasi magica, si intrecciano le vicende dell'idraulico Leo Buonvento, interpretato da Valerio Mastandrea, il quale, ogni giorno si trova a combattere, da solo, con l'educazione dei figli, Elia (Luca Dirodi) e Maddalena (Serena Pinto). Incoraggiato anche dalla moglie scomparsa, Teresa (Claudia Gerini), l'uomo sarà costretto a dividersi tra i problemi familiari e quelli lavorativi, affiancato, in questi ultimi, da Fiorenzo (Yangshi). Sul versante opposto del film, Diana Rigamonti, interpretata da Alba Rohrwacher, rappresenta un’artista alle prese con la crisi lavorativa e con la mancanza di soldi con cui pagare l'affitto al padrone di casa Amanzio (Giuseppe Battiston), intellettuale dal linguaggio aulico.
E', invece, l’attore Luca Zingaretti a dar forma e voce all'avvocato Malaffanno, stravagante e truffaldino, personaggio carico di comicità velata dalle sue gesta, in cui verranno ad essere coinvolti anche Leo e Diana, l'uno per un riflesso legale e l'altra per la realizzazione di un affresco.
Il tredicenne Elia è il classico ragazzo solitario che trova quale unico conforto al suo malessere interiore l'amicizia con la cicogna Agostina, con cui si confida riuscendo, almeno in parte, a liberarsene. Insieme ad Amanzio, con cui costruirà un bel rapporto di amicizia, il giovane risulta essere una delle figure centrali del film, essendone una stratificazione alquanto sensitiva, mentre la sorella Maddalena è una sedicenne alle prese con le storielle d'amore e con i molti fidanzatini. A sottolineare l'orizzonte osservativo del mondo, oltre alla presenza della cicogna, sono, anche, le statue di Garibaldi, Cazzaniga, Da Vinci e Leopardi, animate dalle voci di Pierfrancesco Favino, Gigio Alberti e Neri Marcorè.
La tematica di fondo è, in un certo senso, quella dell'amore, di tipo soprattutto familiare, un legame che va intensificandosi nel corso del film, fino a culminare nell'abbraccio dei componenti della famiglia. Attorno a questo focus centrale, concernente le storie di Leo, Elia e Maddalena, si susseguono le varie situation comedy degli altri personaggi, intenti a regalare sorrisi e coinvolgimento. L'amore giunge al suo culmine solo nel finale, con l'unione di Leo e Diana, di cui anche Teresa, figura onnisciente, è compiaciuta. Prima volta sullo schermo per Luca Dirodi e Serena Pinto, i quali hanno dato ai loro personaggi una degna interpretazione, affiancati dall'estrema professionalità del regista e degli scenografi, nonché dalla spiccata preparazione artistica di tutti gli attori, cimentatisi anche in diversi dialetti locali e accenti molteplici, a partire dal ligure della Gerini, fino ad arrivare al napoletano di Mastandrea; varianti linguistiche, queste, particolari e ben accentuate. É stato possibile assistere, inoltre, anche alla conferenza post – proiezione tenuta dagli attori e dallo staff produttivo del film, tra cui il regista e il rappresentante della Warner Bros Pictures Lionello Cerri, i quali hanno presentato il prodotto filmico sottolineandone le fasi costitutive ed interpretative operate dagli stessi attori, che hanno dichiarato di essersi emozionati ad impersonare le parti, a partire da Luca Zingaretti, molto divertito nel rivestire i panni dell'avvocato milanese dalla lunga capigliatura.
Federico Di Massimantonio
Voto: 3/5
Il comandante e la cicogna
Regia: Silvio Soldini
Cast: Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston,
Claudia Gerini, Luca Zingaretti
Genere: Commedia
Durata 108 min.
Produzione: Italia, Svizzera, Francia 2012
Distribuzione: Warner Bros Italia
Uscita: 18/10/2012