
Il regista ci mostra la realtà della rock band dieci anni dopo, ognuno ha preso strade diverse, c’è chi è sposato, c’è chi vive ancora come un vagabondo, c’è chi si rifugia nel lavoro e c’è chi si è rinchiuso in una gabbia dorata borghese. La Pluto band era composta da Loris (Alessandro Roja) il batterista, Maurilio detto Mao (Marco Cocci) il cantante, Rino (Dario Cappanera) il chitarrista e infine Sabrina (Claudia Pandolfi) la bassista. Il gruppo nel tempo si era sciolto e di loro si erano perse le tracce.
Tutto ricomincia con una mail inviata a Loris da uno sfrenato fans del gruppo Ludovico (Corrado Fortuna) giornalista musicale paraplegico. Ludovico propone al gruppo un video con intervista con relativo compenso, questo porterà la band a riunirsi e a affrontare un grande concerto a Cinecittà, ci sarà per tutti una svolta e un riscatto sociale.
Il film rivisita gli anni 90 e la musica rock, i Pluto sono dei precari nel lavoro, fragili e disillusi nella vita, vivono una realtà a Rosignano Solvay da sfigati, in questo posto si sogna poco. Il regista parte dal rock per parlare delle disillusioni della vita adulta ma anche del riscatto umano dei componenti del gruppo, che trovano una svolta nella vita attraverso l’aiuto di un ragazzo paraplegico che si aggrappa a loro per sopravvivere.
Nella storia scritta e diretta da Carlo Virzì la musica è solo un pretesto, si parla di una realtà di provincia, della vita noiosa e dei ritmi lenti di questa cittadina industriale dove non accade nulla, di uomini confusi e disperati. Loris, il batterista, ha rimosso questa parte della sua vita chiudendo in una scatola i ricordi, precario nel lavoro vive la vita con indolenza, ha una moglie Simona (Claudia Potenza) che gli fa da mamma e un figlio Alessio di cui non si occupa molto è al limite dell’anaffettività. Ludovico il giornalista di musica, lo presserà per i il ritorno sulle scene, ma sarà il figlio, con il suo atteggiamento critico, che gli farà scattare la scintilla per una rivalsa sulla vita.
Molto bravo Alessandro Roja nel ruolo del precario Loris, scarmigliato, indolente, lui è il meno vagabondo di questo gruppo rock fatto di rozzi toscanacci. Il personaggio più cialtrone è quello di Marco Cocci, il cantante, un personaggio disperato che cerca di emergere con la tragressione e un abbigliamento eccessivo. Rino, il chitarrista, è un uomo fragile che ha paura di tutto, con il ritrovare la musica ritroverà se stesso. Infine Sabina donna volubile che attraverso questa esperienza, abbandonati gli abiti bon ton, tornerà al suo passato fatto di musica e dell’amore per Mao. Il tono della commedia è lieve e allo stesso modo malinconico, Virzì ritorna con questa regia a un tema a lui caro quello della musica. La regia è buona, bella la musica, full immersion negli anni 90 e gli attori tutti bravi, tutti i personaggi sono ben caratterizzati. I temi trattati sono molti dalla disoccupazione, alla disillusione alla mancanza di certezze è proprio questo che accomuna i rockettari di ieri ai ragazzi di oggi. Nel film si percepisce un grande romanticismo e una profonda malinconia per il tempo che passa.
Adele de Blasi
I più grandi di tutti
Regista: Carlo Virzì
Cast: Claudia Pandolfi, Alessandro Roja, Corrado Fortuna,
Marco Cocci, Dario Kappa Cappanera, Claudia Potenza,
Francesco Villa, Catherine Spaak, Francesco Di Gesù, Niccolò Belloni
Produzione: Italia, 2011
Distribuzione: Ealge Pictures
Durata: 100 min.
Uscita: 04-04-2012