"Il medico di campagna": un grande Cluzet per una storia di grande umanità

Al giorno d'oggi forse pensiamo che il medico condotto sia una figura appartenente alla letteratura di Archibald Cronin e Gustave Flaubert ora ampiamente superata dalle app di medicina e dai poliambulatori. In realtà il suo ruolo è pregnante ancora oggi, persino nel cuore dell’Occidente. Il medico condotto non è solo colui che ausculta le spalle e prescrive le medicine, ma per luoghi isolati e dove ci sono sacche di ignoranza e difficoltà diverse da quelle delle grandi città è la persona di riferimento per risolvere problemi di burocrazia, isolamento e abbandono, dagli immigrati agli anziani lasciati a sé stessi. Che poi non è solo un problema dei piccoli centri. Anzi.
La pellicola di Thomas Lilti con protagonista François Cluzet affronta questa figura dimenticata raccontando nella nostra contemporaneità la necessità e l’importanza di un medico che conosce personalmente tutti i suoi pazienti, di cui si prende cura e dei quali sa i bisogni e le paure. Con ironia e grande doglianza viene messa in scena la storia di un uomo che conosce il proprio mestiere e lo fa come dovrebbe essere fatto. Ma poi si ammala anche lui, non vuole dirlo né alla comunità né alla madre o al figlio che non vede da tanto tempo, né alla collega che gli viene mandata in supporto e con la quale si scontra sin da subito in merito al modo di approcciarsi al lavoro. Il medico di campagna si concentra in particolare sul rapporto fra i due, sulle differenze di metodo: il che però non significa che le due visioni non possano convivere, e che i due non riescano ad aiutarsi; anzi, talvolta l'uno fallisce dove l'altra riesce, talaltra l'una capisce che la ragione sta dalla parte di lui. Lilti scrive e dirige al tempo stesso con grande malinconia e ironia, ma è soprattutto la delicatezza del primo punto a venire con dovizia di sensibilità alla luce, perché il regista costruisce una pellicola dove di base sono i sentimenti comuni ad essere raccontati con intelligenza e veridicità, in particolare la quotidianità della malattia e della vecchiaia, che arrivano dritti al cuore perché assolutamente reali. Quale persona di 92 anni non esprime il desiderio di non essere condotta in ospedale qualora la sua prognosi, già non buona, dovesse peggiorare? Vorrebbe morire a casa. E quanti ricordi solo questo passaggio potrebbe portare alla memoria di qualsivoglia spettatore che non abbia avuto un genitore o un nonno o un amico a porgli la stessa accorata domanda?
Con qualche sbavatura qui e là, Il medico di campagna si rivela una pellicola di grande fattura e di valore, soprattutto umano e umanitario. Con un, come al solito, formidabile Cluzet.

Erminio Fischetti







Il medico di campagna
Médecin de campagne
Regia: Thomas Lilti
Interpreti: François Cluzet, Marianne Denicourt
Produzione: Francia, 2016
Durata: 102'
Distribuzione: BIM, 22 dicembre 2016
Voto: 3/5
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