"Lo and behold, Reveries of the Connected World" di Werner Herzog

La tecnologia è entrata nella nostra vita in maniera sempre più incisiva. La scienza legata ad essa è stata la protagonista della seconda metà del Novecento ed ora avanza imperterrita sempre di più fino a quando sarà troppo per tutti noi. Nella sede della presentazione romana del Biografilm Festival, che si terrà come di consueto a giugno a Bologna, festival che sta intessendo una rete commerciale e autoriale sempre più forte, e i cui titoli del programma ogni anno infatti sono di maggiore rilevanza internazionale, e soprattutto più interessanti, recentemente è stato proiettato in anteprima l’ultimo documentario di Werner Herzog, che si vedrà anche nella succitata rassegna: Lo and behold, Reveries of the Connected World. Racconta la storia dell’informatica e tutti i temi ad essa legati: il regista intervista un mucchio di gente, tra cui Ted Nelson, il pioniere che ha coniato negli anni Sessanta la parola “ipertesto”, nonché il figlio del regista hollywoodiano Ralph (quello de I gigli del campo che diede l’Oscar a Sidney Poitier, il primo interprete afroamericano a vincerne uno come attore protagonista) e della nota attrice Celeste Holm. È un film lento, ma godibile, a tratti difficile nella comprensione degli aspetti tecnici, ma sicuramente imprescindibile per l’originalità narrativa con la quale si approccia all’argomento, non disdegnando nemmeno un tocco di humour. Interessante anche la costruzione in chiave indipendente della sua messa in scena. In sintesi, istruttivo. Sicuramente da vedere, ed è importante seguirne la vita cinematografica: è stato molto apprezzato in tutti i festival internazionali. L’uscita statunitense è prevista per il 19 agosto, e in Italia per ora lo si potrà vedere, come già ribadito, al Biografilm Festival. Un'occasione da non perdere.

Erminio Fischetti





Lo and behold, Reveries of the Connected World 
Regia: Werner Herzog
Produzione: USA, 2016
Durata: 98’
Voto: 3,5/5

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