Il "canto elettronico" di Yato in “Fuck Simile”: un segno dei tempi

Fuck Simile è il primo album dell'artista fiorentino Yato: un inedito coacervo di parole in musica che ci parlano della cosidetta “generazione X”. L’album è auto-prodotto dallo stesso autore ed è disponibile dal 28 marzo 2016 nei principali digital store, in copia fisica diretta o sul suo sito ufficiale.
Gli artisti a cui fa riferimento il musicista sono principalmente: Nils Frahm, Peter Gabriel, Sigur Ros, Radiohead; Lucio Dalla e Marta sui Tubi.
Yato è un cantautore molto atipico e contaminato da forme di espressione che sembrano fare a "cazzotti" fra di loro. Il testo cantato, critico nei confronti della società, si unisce alla base musicale elettronica ripulita che fa tanto "discoteca soft", ma questo fa emergere uno stile veramente singolare. Il risultato è una modalità di fare musica underground, post-alternativa ed inedita. Dal video “Servo di un'idea” si evince come la denuncia di Yato sia edulcorata dall'elettronica, in quanto rimane interna, anarchica e solitaria, ma questa è solo un'apparenza, in quanto Yato ci parla di qualcosa di più grande, cioè la nostra condizione umana attuale: una situazione di disagio imbrigliata dalla tecnologia e dall'assenza di socializzazione e di contatto umano. Ormai la protesta sembra diventata un lamento, un rantolo che si contorce su se stesso. L'unica interazione, per l'artista, è con il pubblico, veicolata da mezzi di comunicazione di massa. Una riflessione molto pessimista su dove sta andando l'umanità. Ma probabilmente questa è anche la critica a un modo nuovo di fruire la musica? Forse. Ma perché l'elettronica di Yato è così ripulita? Il musicista ci propone una visione futuristica della musica d'autore, lontana dal rap e forme di “cantato da strada”. Un modo per raccontare il vuoto di una generazione, scarsità di ideali e battaglie, riferendosi alla massa e non a quei pochi che della politica dal basso fanno un valore. Le atmosfere sono cupe, ambigue, frammentate e con dissonanze ritmiche come uno specchio che ti deforma il corpo e l'anima al pari di un “Mondo corrotto” che ti modella e modifica come persona. Probabilmente qui viene sviluppata un'idea di tecnologia che interrompe la realtà in favore della distorsione di questa come avviene nei suoni proposti in alcuni brani. Lunghi pezzi strumentali ci mostrano l'accuratezza della composizione rimasterizzata in studio, luogo in cui le menti creano ma non gridano da un megafono. Chissà se Yato troverà un modo per uscire dallo studio e rendere la sua denuncia reale e non più inquinata dalla tecnologia. Un segno dei tempi.


Sonia Cincinelli







Raccontaci: quali sono gli artisti che fanno musica elettronica che preferisci?

Se questo articolo ti è piaciuto condividilo nei social, iscriviti al sito e lascia i tuoi commenti!

Successivo
« Precedente
Precedente
Successivo »