Ormai vedere un trailer in cui all’interno ci sono un gruppo di persone che decidono di andare in un luogo “proibito” e puntualmente saranno vittime di massacri e violenze non sorprende più nessuno. Eppure, di volta in volta, gli incassi si presentano puntuali sia per la voglia di avere un mix di adrenalina e tensione davanti al grande schermo e sia per cercare, una volta tanto, quell’idea, quella scelta di copione o registica, che finalmente possa riuscire a far fare al genere un nuovo passo avanti per potersi distinguere dalla massa che ormai impervia ovunque dall’uscita del capostipite The blair witch project del 1999. Dallo scorso 20 Giugno è uscito al cinema Chernobyl Diaries – La mutazione. Ma il passo avanti è tutt’altro che riuscito.
Diretto dall’esordiente Brad Parker e prodotto dalla firma ormai pregiata Oren Peli (Paranormal Activity), il film segue la vicenda di sei ragazzi che ingaggiano una guida per una giornata di “turismo estremo”. La guida Yuri, ignaro del pericolo verso cui li conduce, li porta a Pripyat, città in cui vivevano i dipendenti della centrale esplosa di Chernobyl e rimasta disabitata per oltre 25 anni dal disastro. La gita prosegue bene, almeno fino a quando il camioncino che li ha condotti lì non riparte e sono quindi costretti a passare la notte in attesa di un modo per chiedere aiuto. La trama è dunque molto semplice: c’è un gruppo di ragazzi variopinto composto da due fratelli ovviamente dal rapporto incrinato e destinato allo scontro, le belle ragazze, chi coraggiosa chi meno, il personaggio che cerca di alleggerire la tensione, almeno fino ad un certo punto della storia. E naturalmente, il coraggioso che affronta qualsiasi cosa pur di cercare di tornare a casa.
Brad Parker maneggia egregiamente la macchina da presa cercando di innestare al racconto ricco di cliché una propria, seppur minima, impronta che in alcuni momenti lascia il segno rispetto ai prodotti stereotipati e anti-autoriali che abbiamo visto negli ultimi anni. Ma l’impronta che davvero non può non notarsi è quella del produttore Oren Peli. Già regista di Paranormal Activity, e poi produttore dei sequel vari, qui crea la stessa azione furba che rende questo film nulla di più che un altro nella lista degli horror per teenager: uso sproporzionato degli effetti sonori, il “vedo non vedo” della minaccia che incombe e soprattutto l’utilizzo di un incipit che esiste nella realtà (il paranormale nel film sopra citato, il disastro nucleare di Chernobyl qui) come escamotage per rendere la paura e la credibilità maggiore. Il problema è che un’azione furba del genere non porta a nessun aspetto nuovo della storia. Il finale scontato e ormai da “già visto” conferma e chiude il capitolo di un ennesimo tentativo delle case di produzione di fare soldi e soprattutto di “ingannare” il pubblico con un prodotto che utilizza come mezzo un orribile disastro mondiale solo a scopo di portare più gente al cinema e incrementare, magari, la possibilità di un sequel. Ma l’horror per antonomasia, salvo alcune importanti eccezioni, deve anche avere la forte capacità di creare incipit e storie che si basano sull’assurdo, su qualcosa che potrebbe non esistere mai ma che è diretto e soprattutto scritto talmente bene che il pubblico tende a crederci (i film di Gorge Romero, tanto per fare un esempio piuttosto che il recente Rec). È un film, quindi, che bisogna evitare di vedere? No. Rimane comunque parte di un filone che attira soprattutto le nuove generazioni e che può piacere a chi non è molto afferrato nel genere o a chi è certo di non uscire dalla sala sorpreso. Purtroppo, però, la verità è che più tempo passa e più la voglia di spendere un salato prezzo del biglietto per un film del genere cala. Ma ai posteri l’ardua sentenza. Con la speranza che in futuro qualcuno riesca a fare quel passo avanti nuovo e positivo che rende nuovamente godibile un prodotto altrimenti oramai pieno solo di cliché e possibilità più che prevedibili.
Luca Arcidiacono
Chernobyl Diaries - La mutazione
Chernobyl Diaries
Regia: Brad Parker
Cast: Devin Kelley, Jonathan Sadowski, Olivia Dudley,
Jesse McCartney, Nathan Phillips
Genere: Horror
Produzione: USA, 2012
Distribuzione: M2 Pictures
Durata: 90 min.
Uscita: 20/06/ 2012
Voto: 2/5
Diretto dall’esordiente Brad Parker e prodotto dalla firma ormai pregiata Oren Peli (Paranormal Activity), il film segue la vicenda di sei ragazzi che ingaggiano una guida per una giornata di “turismo estremo”. La guida Yuri, ignaro del pericolo verso cui li conduce, li porta a Pripyat, città in cui vivevano i dipendenti della centrale esplosa di Chernobyl e rimasta disabitata per oltre 25 anni dal disastro. La gita prosegue bene, almeno fino a quando il camioncino che li ha condotti lì non riparte e sono quindi costretti a passare la notte in attesa di un modo per chiedere aiuto. La trama è dunque molto semplice: c’è un gruppo di ragazzi variopinto composto da due fratelli ovviamente dal rapporto incrinato e destinato allo scontro, le belle ragazze, chi coraggiosa chi meno, il personaggio che cerca di alleggerire la tensione, almeno fino ad un certo punto della storia. E naturalmente, il coraggioso che affronta qualsiasi cosa pur di cercare di tornare a casa.
Brad Parker maneggia egregiamente la macchina da presa cercando di innestare al racconto ricco di cliché una propria, seppur minima, impronta che in alcuni momenti lascia il segno rispetto ai prodotti stereotipati e anti-autoriali che abbiamo visto negli ultimi anni. Ma l’impronta che davvero non può non notarsi è quella del produttore Oren Peli. Già regista di Paranormal Activity, e poi produttore dei sequel vari, qui crea la stessa azione furba che rende questo film nulla di più che un altro nella lista degli horror per teenager: uso sproporzionato degli effetti sonori, il “vedo non vedo” della minaccia che incombe e soprattutto l’utilizzo di un incipit che esiste nella realtà (il paranormale nel film sopra citato, il disastro nucleare di Chernobyl qui) come escamotage per rendere la paura e la credibilità maggiore. Il problema è che un’azione furba del genere non porta a nessun aspetto nuovo della storia. Il finale scontato e ormai da “già visto” conferma e chiude il capitolo di un ennesimo tentativo delle case di produzione di fare soldi e soprattutto di “ingannare” il pubblico con un prodotto che utilizza come mezzo un orribile disastro mondiale solo a scopo di portare più gente al cinema e incrementare, magari, la possibilità di un sequel. Ma l’horror per antonomasia, salvo alcune importanti eccezioni, deve anche avere la forte capacità di creare incipit e storie che si basano sull’assurdo, su qualcosa che potrebbe non esistere mai ma che è diretto e soprattutto scritto talmente bene che il pubblico tende a crederci (i film di Gorge Romero, tanto per fare un esempio piuttosto che il recente Rec). È un film, quindi, che bisogna evitare di vedere? No. Rimane comunque parte di un filone che attira soprattutto le nuove generazioni e che può piacere a chi non è molto afferrato nel genere o a chi è certo di non uscire dalla sala sorpreso. Purtroppo, però, la verità è che più tempo passa e più la voglia di spendere un salato prezzo del biglietto per un film del genere cala. Ma ai posteri l’ardua sentenza. Con la speranza che in futuro qualcuno riesca a fare quel passo avanti nuovo e positivo che rende nuovamente godibile un prodotto altrimenti oramai pieno solo di cliché e possibilità più che prevedibili.
Luca Arcidiacono
Chernobyl Diaries - La mutazione
Chernobyl Diaries
Regia: Brad Parker
Cast: Devin Kelley, Jonathan Sadowski, Olivia Dudley,
Jesse McCartney, Nathan Phillips
Genere: Horror
Produzione: USA, 2012
Distribuzione: M2 Pictures
Durata: 90 min.
Uscita: 20/06/ 2012
Voto: 2/5