Il primo uomo (2011) di Gianni Amelio

Grande attesa al cinema per il ritorno di Gianni Amelio, che dopo sei anni di assenza ci regala un film lirico, duro e allo stesso tempo commovente. La pellicola quasi interamente girata in Algeria, ha una grande produzione italo-franco-algerina, scritto e diretto da Gianni Amelio è in uscita nelle sale il 20 aprile, distribuito da 01 con 70 copie. Gli attori tutti francesi, alcuni algerini e con la splendida partecipazione di Maya Sansa, che è l’unica italiana del cast. La pellicola è tratta dal romanzo di Camus Il primo uomo ma qui si intreccia l’aspetto privato di due vite, dello scrittore e del regista, che hanno molte analogie: l’infanzia povera, una nonna dura e autoritaria, i pochi mezzi di sostentamento. Tutto parte da Algeri dove il protagonista, lo scrittore Jean Cormery (Jacques Gamblin), torna nel suo paese d’origine per ritrovare sua madre e il ricordo di un padre morto nella Prima guerra mondiale.
Il racconto si snoda su due binari, si parte dall’infanzia di Jean Cormery e precisamente dal passaggio dalla quinta elementare alle medie, qui sarà Bernard, il suo maestro, che gli farà da mentore, che lo porterà sulla strada della cultura e del successo. Poi si torna  dove il protagonista ormai adulto e famoso rientra in Algeria per ritrovare sua madre e le sue radici e qui si  scontra con una realtà sanguinosa in cui c’è un paese distrutto dai conflitti etnici.
 Il film vincitore della critica internazionale del festival di Toronto e snobbato a Venezia, è un capolavoro, c’è finalmente un ritorno al grande cinema, nato dalla pancia del regista, da forti emozioni e lo spettatore ne è complice. I contenuti politici sono forti, a tratti è duro e spietato, ma quello che emerge è l’aspetto privato della storia. Gianni Amelio non indugia sulla guerra di Algeria, che è stata una guerra di etnie, ne si trovano echi del film di Gillo Pontecorvo La battaglia di Algeri, c’è in realtà solo il desiderio di storicizzare le due fazioni avverse e gli estremisti di destra pro francesi e gli arabi, Camus anche se considerato oggi di destra, non si schiera da una parte o dall’altra avendo vissuto il conflitto dall’interno. Questa autobiografia dello scrittore, che viene portata sullo schermo, è piena di riflessioni che fa il regista ma allo stesso tempo piena di analogie, la terra di cui si parla poteva essere anche la Calabria, terra natia di Gianni Amelio.

La grande forza del film è nel forte legame che lega il regista agli attori, il risultato è straordinario, prevale la delicatezza e la sensibilità nel girare un film dalle tinte forti. A 50 anni dalla rivoluzione algerina, ci chiediamo se tutte queste ferite si siano rimarginate, forse lo scopriremo a ottobre. Sicuramente il film esce in un periodo storico complesso, c’è un approfondimento sulla posizione politica di Camus che dice si al colonialismo ma no alla violenza portatrice di morte. Fuoriesce anche la posizione della madre che alla richiesta del figlio di partire con lui dice: “La Francia è bella ma non ci sono gli arabi”. I personaggi sono tutti tratteggiati con accuratezza, Jean Gamblin, attore molto amato da Lelouch, da prova di essere un interprete di grande qualità. Maya Sansa, nella parte della madre, semplice, analfabeta, fiera, sottomessa, abituata ai lavori più duri, mai fragile, è una donna che non alza mai la cresta anche quando il figlio diventa uno scrittore famoso.

Gianni Amelio dirige con grande abilità il bambino Nino Jouglet, che incarna Jacques bambino. Piccola curiosità, il bambino è stato trovato casualmente a Parigi, e lo colloca in un contesto familiare fatto di miseria, analfabetismo e grande durezza, dove è presente una nonna che per ogni mancanza lo frusta. Tutto il film è stato supervisionato dalla figlia di Camus, che non voleva che la figura del padre fosse banale o convenzionale o che vi fossero inesattezze sulla vita privata. Nel manifesto del film compare Amelio/Camus perché a detta del regista: “Nel raccontare Camus con Algeri ho ritrovato la mia Calabria”. La pellicola corposa, commovente, densa di emozioni non è altro che un atto di amore.

Adele de Blasi






Il primo uomo
Regista: Gianni Amelio
Sceneggiatura: Gianni Amelio
Cast: Michel Cremades, Jacques Gamblin, Michael Batret,
Maya Sansa, Jean-Benoit Souilh, Nicolas Lublin, Catherine Sola,
Denis Podalydès, Ulla Bauguè, Nicolas Giraud, Jean-Paul Bonnaire,
Jean-François Stévenin
Produzione: Italia, Francia, Algeria, 2011
Distribuzione: 01 Distribution
Data d'uscita: venerdì 20-04-2012
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