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Asgard è il regno celeste governato da Odino. Il re sta per consegnare la corona a suo figlio Thor, quando la cerimonia viene interrotta dall’irruzione nel palazzo reale di alcuni combattenti di Laufey, nemico di Asgard. Il giovane e ancora inesperto Thor cerca subito la vendetta, mettendo in pericolo il regno. Odino decide di spogliarlo dei suoi poteri e mandarlo in esilio sulla Terra, perché per fare il re ci vuole quella saggezza che il suo amato figlio ancora non possiede.
Sulla Terra Thor incontra l’astrofisica Jane Foster e la sua squadra. Questa si interessa subito a allo strano tipo - per le sue ricerche e a livello sentimentale. Nel frattempo Loki, geloso del fratello, tesse le sue trame, cercando in tutti i modi di sottrargli il trono e inviando il Distruttore per ucciderlo.
Nel 1962 il duo formato da Stan Lee e Jack Kirby presenta The Mighty Thor (Il mitico Thor) ai lettori della Marvel Comics, un nuovo eroe che avrebbe fatto parte della nutrita schiera della Marvel.
Tutti gli eroi della Marvel hanno dei conflitti interiori, dei problemi come chiunque altro, nei quali ci si può identificare e questa è una delle ragioni per cui piacciono tanto.
Per ciò che riguarda Thor è un dio con dei poteri grandiosi, ma è anche una testa calda, presuntuoso e arrogante, impaziente di mostrare al padre il suo valore e agisce senza pensare alle conseguenze. La storia di Thor ruota intorno agli universali conflitti familiari, Branagh mette al centro di tutto il rapporto filiale: sia Thor che Loki desiderano che il proprio padre sia orgoglioso di loro. Loki, però, si sente sempre secondo al fratello, incolpando di questo il padre, lasciando così scaturire gelosia e odio. È un dramma familiare, alla stregua delle bellissime storie shakespeariane raccontate dal regista finora, ma mostra anche la caduta di un uomo dal suo piedistallo. Thor comprende cosa è l’umiltà e impara a preoccuparsi di chi lo circonda, solo dopo aver perso tutto e aver trovato qualcosa di più importante, grazie a Jane e i suoi amici.
È anche una storia sul dare e ricevere rispetto: quello che Thor inizialmente non ha nei confronti del padre o quello che Loki dà al padre senza sentirsi ricambiato. Un rispetto che il protagonista imparerà ad avere per gli altri quando metterà da parte il proprio orgoglio.
Un lavoro molto accurato è stato fatto sull’espressione verbale, Branagh ha voluto mantenere un linguaggio alto, colto, che riflette la famiglia reale, ma che sprigiona anche una sensazione di naturalezza, accessibile a tutti, come del resto ha fatto nei suoi lavori shakespeariani precedenti. Il modo in cui un personaggio parla e modula la voce dice già molto del personaggio stesso. Diviene una parte fondamentale del film, anche se si dà spesso per scontato, e Kenneth Branagh possiede una bravura non indifferente nel rendere questo elemento al meglio.
Per quanto riguarda la messa in scena dei tre regni presenti nel film: Midgard (la Terra), Asgard e Jotunheim, Branagh ha cercato uno stile diverso e comune a seconda degli aspetti messi in campo. Lo scenografo Bo Welch ha portato in vita questi mondi. Per realizzare Asgard e Jotunheim sono stati costruiti dei set imponenti (resi ancora più grandi grazie agli effetti visivi), tutti d’accordo sul fatto di creare architetture reali nelle quali gli attori si possono muovere e interagire.
La fotografia di Haris Zambarloukos è stata altrettanto determinante nel creare le tre diverse atmosfere. Asgard è un luogo celestiale, che sprigiona luce, data dalle superfici riflettenti. La cromia predominante è il dorato, le panoramiche dall’alto danno la sensazione che galleggi nello spazio e i movimenti della macchina da presa conferiscono imponenza. Jotunheim è, invece, un luogo freddo e buio, privo di colori, inospitale e minaccioso.
Come luogo rappresentativo della Terra è stato scelto il New Messico perché “è lo stato degli spazi aperti, il luogo dove fin dagli anni ’50 si sono registrati avvistamenti ufo e le persone sono abituate ad osservare il cielo” - spiega Branagh.
Tra le tante sequenze girate in New Messico, quella in cui c’è il confronto tra Thor e il Distruttore richiama il duello classico tra i cowboys nei film western. Per la realizzazione di Thor Kenneth Branagh ha tratto ispirazione da tutte le fonti possibili, dai film western a Metropolis (1927) di Fritz Lang, a 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick, e a molti altri, in quanto ha voluto ottenere: "un universo guerriero e variegato” afferma.
Thor è un film di ottima fattura, epico, maestoso, visivamente potente, ricco d’azione, con un grande Anthony Hopkins. Per il regista questa è stata un’avventura del tutto nuova e sorprendente, non avrebbe mai pensato di realizzare un film sui supereroi. Eppure non solo l’ha fatto, ma è riuscito perfettamente a farlo rientrare nelle proprie corde, lasciando un impronta inconfondibile.
Francesca Caruso
Thor
Id.
Regia: Kenneth Branagh
Sceneggiatura: Ashley Miller, Zack Stentz, Don Payne
Cast: Chris Hemsworth, Natalie Portman, Kat Dennings, Anthony Hopkins, Idris Elba, Stellan Skarsgård, Tom Hiddleston, Ray Stevenson, Rene Russo
Produzione: USA, 2011
Durata: 130 min.
Distribuzione: Universal Pictures
Uscita in sala: 27-04-2011