Source Code ci parla di una nuova tecnologia sperimentale che permette ad un uomo di tornare indietro nel tempo di poche ore e per pochi minuti. L’idea nasce dalla fervida immaginazione dello sceneggiatore Ben Ripley, che propone il suo script al produttore Mark Gordon, dando possibilità alla macchina di Hollywood di mettere in moto i propri ingranaggi. La produzione ha voluto Jake Gyllenhaal per interpretare il protagonista e lui, a sua volta, ha proposto la direzione di Duncan Jones, che col suo primo film Moon ha mostrato il suo talento, ottenendo vasti consensi e vincendo premi. Jones si sofferma in Source Code come in Moon sull’umanità dei suoi personaggi.
Il Capitano Colter Stevens viene inviato su un treno per portare a termine una missione delicata. Inizialmente disorientato Colter non sa dove è né chi si trova di fronte e, soprattutto, perché si trova lì. Dopo soli 8 minuti il treno esplode, ma Colter si ritrova in una capsula a parlare con una donna in uniforme, Goodwin, che gli impartisce degli ordini da un monitor. Il Capitano apprende che fa parte del programma Source Code, che lo porterà indietro nel tempo e avrà otto minuti durante i quali dovrà scoprire chi è l’attentatore e salvare milioni di vite. Colter rivivrà più volte quei fatidici otto minuti per raccogliere indizi e assolvere la missione.
L’idea che sta alla base della pellicola è sicuramente stimolante.
Il regista riesce a creare un thriller sofisticato, che coinvolge emotivamente. Non si dilunga in spiegazioni dettagliate della tecnologia rappresentata, ma dà ampio respiro alla narrazione e ai suoi personaggi. Quando presenta il protagonista, in apertura, lo spettatore non sa chi è, tanto quanto lo stesso personaggio. Jones pone entrambi sullo stesso piano, facendo comprendere ciò che sta accadendo contemporaneamente. Lascia qualche indizio a beneficio dello spettatore, in modo tale però che solo il più attento lo coglie. Questo rimanere costantemente all’oscuro in modo da rendere il film suggestivo e ricco di suspance. Inoltre il fatto che Colter ha, ogni volta, otto minuti per raccogliere informazioni fa crescere la tensione e il ritmo diventa sempre più incalzante col procedere della storia.
Source Code inizia presentando un uomo smarrito, che non ha alcuna base d’appoggio: a Colter sembra di trovarsi in un incubo dal quale non riesce a uscire. Deve trovare la forza dentro di sé per ricomporre i pezzi mancanti.
Il film è anche una storia d’amore, che acquisisce sempre maggior rilievo all’interno del racconto, diventando un punto fermo (Colter vuole a tutti i costi salvare Christina).
Un altro aspetto importante è il rapporto padre/figlio e l'importanza di non rimandare mai ciò che si può fare oggi a un domani che potrebbe non arrivare. L'autore sottolinea più volte il desiderio di Colter di voler parlare col padre e il suo dispiacere per non aver trascorso più tempo insieme (molto toccante la telefonata fra i due).
A ciò si collega l’intento primario del regista che, oltre a voler emozionare e incuriosire lo spettatore, vuole farlo riflettere su quanto è preziosa la vita e non sempre viene data una seconda opportunità di riscatto. “Che siano otto minuti o una vita intera bisogna assaporare le cose” afferma il regista.
Il ritmo è dato dall’evolversi di ogni Source Code (ovvero di ogni viaggio nel tempo), i realizzatori hanno apportato delle varianti che sottolineano i cambiamenti dei personaggi: Colter ha una maggiore consapevolezza ad ogni viaggio. L’uso della macchina da presa cambia per ogni Source Code: diverse angolazioni, diverse inquadrature, diverse atmosfere.
Il film si svolge in tre location, tre interni: il treno, la capsula e il laboratorio del Dipartimento della Difesa. Sono tutti luoghi circoscritti e limitanti. Il direttore della fotografia, Don Burger, ha creato il giusto clima per le tre diverse ambientazioni. Nel treno Colter trova un’atmosfera distesa, lui è l’elemento straniante che altera ogni volta questa condizione. Nella capsula si avverte subito un senso di prigionia forzata, con pochissimo spazio a disposizione e un senso claustrofobico che attanaglia il protagonista. Nel laboratorio non ci sono emozioni, l’atmosfera è fredda, fatta di semplici dati, sarà Goodwin a fare la differenza.
Source Code è un film multisfaccettato, ricco di emozioni e di azione. Duncan Jones ha voluto concentrarsi sui rapporti umani che si instaurano durante i novanta minuti di suspance e da questi far emergere l'importanza della libertà individuale.
Francesca Caruso
Source Code
Id.
Regia: Duncan Jones
Sceneggiatura: Ben Ripley
Cast: Jake Gyllenhaal, Michelle Monahan,
Vera Farmiga, Jeffrey Wright
Durata: 93 min.
Produzione: USA 2011
Distribuzione: 01 Distribution
Uscita in sala: 29 aprile 2011