In Belgio il ciclismo è sport nazionale. Un po' come il calcio qui da noi o lo sci in Austria. E i Dardenne non potevano esimersi dal raccontare un film imperniato su una bicicletta. Il destino (cinico e baro) ha voluto poi che Il ragazzo con la bicicletta fosse presentato a Cannes e uscisse nelle sale (in Italia dal 18 maggio) mentre il paese fiammingo elaborava il lutto per la morte di un ciclista professionista, Wouter Weylandt, schiantatosi lungo la discesa di un colle ligure al Giro. La bici per i Dardenne è sinonimo di libertà e leggerezza. Quella di un dodicenne, Cyril (Thomas Doret), alla disperata ricerca del padre, scomparso nel nulla dopo averlo affidato provvisoriamente ad un centro di accoglienza.
Inseguendo le sue origini e i suoi affetti, Cyril si imbatte in Samantha (Cecile de France), una parrucchiera che mostra un sincero affetto per il ragazzo tanto da accettare di tenerlo a casa.Il padre è interpretato da Jeremie Renier, diventato un po' l'icona dei fratelli belgi. Anzi abbiamo l'impressione di trovarci di fronte ad un unico film. Il ragazzo de La promessa, diventato a fatica padre ne L'enfant, e uscito dal carcere ricade nello stesso errore abbandonando nuovamente il figlio. Forse perché segnato anch'egli da pene familiari e travagli personali. E come se con Renier i Dardenne stessero narrando un'unica grande storia. Tuttavia ne Il ragazzo con la bicicletta i Dardenne sperimentano dei cambiamenti nello stile. C'è meno fisicità e ricerca spasmodica del corpo dei protagonisti, c'è piu' luce ed aria. Ed anche la musica (non sempre presente nei precedenti film) garantisce maggior respiro e fluidità al film. E in tutta quest'aria i Dardenne fanno scorrere velocemente tutta una serie di sensazioni e di toni da cui fino ad oggi avevano preferito rifuggire. Un senso di levità ed affrancazione. Proprio come una corsa sul velò.
Silvio Messinetti
Inseguendo le sue origini e i suoi affetti, Cyril si imbatte in Samantha (Cecile de France), una parrucchiera che mostra un sincero affetto per il ragazzo tanto da accettare di tenerlo a casa.Il padre è interpretato da Jeremie Renier, diventato un po' l'icona dei fratelli belgi. Anzi abbiamo l'impressione di trovarci di fronte ad un unico film. Il ragazzo de La promessa, diventato a fatica padre ne L'enfant, e uscito dal carcere ricade nello stesso errore abbandonando nuovamente il figlio. Forse perché segnato anch'egli da pene familiari e travagli personali. E come se con Renier i Dardenne stessero narrando un'unica grande storia. Tuttavia ne Il ragazzo con la bicicletta i Dardenne sperimentano dei cambiamenti nello stile. C'è meno fisicità e ricerca spasmodica del corpo dei protagonisti, c'è piu' luce ed aria. Ed anche la musica (non sempre presente nei precedenti film) garantisce maggior respiro e fluidità al film. E in tutta quest'aria i Dardenne fanno scorrere velocemente tutta una serie di sensazioni e di toni da cui fino ad oggi avevano preferito rifuggire. Un senso di levità ed affrancazione. Proprio come una corsa sul velò.
Silvio Messinetti
Il ragazzo con la bicicletta
Le gamin au velò
Regia: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Sceneggiatura: Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne
Cast: Cécile de France, Thomas Doret, Jérémie Renier, Fabrizio Rongione, Egon Di Mateo, Olivier Gourmet
Produzione: Francia, 2011
Durata: 87 min.
Distribuzione: Lucky Red
Uscita in sala: 20/05/2011