Dopo varie esperienze tra tributi e concorsi, nel 2011 inizia la sua avventura da solista che si costruisce intorno ai testi scritti per il suo ex gruppo “Marcello e i Qualsiasi”, ma soprattutto e in particolare, attorno alla canzone Bomboletta spray, interessante critica sociale sulla paura del diverso, che lo porterà in un paio di anni a suonare in vari ambienti musicali chiave della penisola.
Vannini porta avanti un buon lavoro nell'ambito del cantautorato pop italiano, ispirandosi a Samuele Bersani, egli infatti, possiede una vena pop alla Gianfranco Manfredi, Lucio Dalla e Francesco De Gregori e alcuni suoi lavori sono felicemente segnati da una malinconia alla Ivan Graziani; "Tornando a noi", nello specifico, possiamo definirlo un album dal serio valore poetico.
Tra le tracce troviamo Mongolfiera, una mesta ballata dolceamara; L'uomo che sapeva troppo, citazione della cinematografia hitchcockiana che contiene delle virate rock (Litfiba e Negrita), che conferiscono al pezzo una grinta salutare e delineano la figura di un uomo che crede di sapere, ma invece non sa nulla, quindi le sue certezze crollano inevitabilmente, come Socrate aveva previsto .
Il tema dell'amore tratteggia Soltanto una canzone con una vena di tristezza alla Ivan Graziani e Verde assenzio, un connubio ben riuscito tra testo e musica.
Il video di Tornando a noi mostra un Vannini che si è saputo ricreare e che passa davanti alla scenografia del video Bomboletta spray, perché si lascia alle spalle un certo modo di fare musica, dalla critica sociale all'amor cantato.
Francesco Vannini è un valido cantautore, con ottimi margini di crescita nel testo ma sicuramente maturo nell'ambito dei contenuti che definiscono il suo stile. Tornando a noi è un buon lavoro con delle punte di composizione che toccano lo stato di grazia e lasciano intravedere le potenzialità inespresse dell'artista siciliano. Una figura interessante, eclettica, impegnata del panorama underground italiano che ci regalerà prodotti preziosi.
Sonia Cincinelli