Nel gergo delle assicurazioni e delle polizze vita è l’espressione burocratica con cui le assicurazioni calcolano, in base a parametri di vario genere, il ‘giusto’ prezzo di una vita umana. Il capitale umano anche dal titolo è un film che piace anche perché fa riflettere. Persone che si vendono e si svendono per poi fallire, ricatti e misfatti, finanzieri d’assalto, scommesse vinte e scommesse perse. E sullo sfondo la crisi. Anzitutto morale. Tratto dall’omonimo romanzo di Stephan Amidon, il nuovo film di Paolo Virzì è un affresco di provincia all’epoca della crisi del capitalismo globale. Con al centro una famiglia, i Berneschi, che scommette sul crollo delle borse per capitalizzare guadagni giganteschi con i propri fondi.
E intorno si muovono mezze figure, come l’immobiliarista in preda a una folle brama di ascesa sociale, la donna ricca e infelice, la ragazza oppressa dalle ambizioni del padre e in cerca di un amore vero.
E poi il giallo, un misterioso incidente mortale, che infittisce la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come in un mosaico di quattro tasselli. Virzì abbandona la Toscana e si immerge nella nebbiosa Brianza, raccontando fasti e miserie di una opulenta provincia del Nord Italia. Per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo. Da vedere.
Silvio Messinetti
E intorno si muovono mezze figure, come l’immobiliarista in preda a una folle brama di ascesa sociale, la donna ricca e infelice, la ragazza oppressa dalle ambizioni del padre e in cerca di un amore vero.
E poi il giallo, un misterioso incidente mortale, che infittisce la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come in un mosaico di quattro tasselli. Virzì abbandona la Toscana e si immerge nella nebbiosa Brianza, raccontando fasti e miserie di una opulenta provincia del Nord Italia. Per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo. Da vedere.
Silvio Messinetti