Arriva nelle sale italiane il 1 giugno l’acclamatissimo film francese La guerra è dichiarata di Valèrie Donzelli, distribuito dalla Sacher Distribuzione. Il film era stato presentato nel 2011 al Torino Film Festival, poi in corsa agli Oscar come rappresentante della Francia, sei nomine ai Cèsar, ambitissimo premio francese, infine a Cannes per “La semaine de la critique”. Valèrie Donzelli è al suo secondo lungometraggio dopo La Reine du pommes, anche questo molto amato dalla critica francese. Il narrato non è altro che una bella storia d’amore, in cui due giovani, Romeo e Juliette si incontrano a una festa, vanno a vivere insieme e concepiscono un figlio Adam. Fin dalla nascita Adam ha dei problemi, ma a 18 mesi si scopre che ha un grave tumore al cervello e deve essere operato d’urgenza e qui inizia il dramma e la lotta contro la malattia.
Tutto quello che vediamo è la vera storia della regista Valèrie Donzelli, del suo compagno Jerèmie Elkaim e del loro figlio Gabriel, siamo di fronte a un autobiografia dove tutto viene raccontato con molta cura di particolari. Valèrie all’epoca della malattia aveva iniziato a scrivere un diario per non perdere la memoria di tutto quello che aveva affrontato, da questa esperienza parte il film. La malattia anche se terribile è in secondo piano, quello che la regista ci racconta è il punto di vista di una coppia giovane e di come reagiscono di fronte a questa grande prova. La storia non è mai strappa lacrime, ma è una grande corsa verso la vita. Tutti i sentimenti dei protagonisti emergono: la paura, la disperazione e la determinazione a vincere una guerra uniti dall’amore per Adam. Quello che ci rimandano le immagini è energia pura, pulsione per la vita, gioia anche dove c’è il dolore, con il pubblico si condivide il bello e non la crudeltà della malattia. I nomi scelti Romeo e Juliètte, sono nomi referenziali tratti dalla letteratura d’amore, sono infatti due celebri innamorati che hanno un colpo di fulmine; per Adam, il suo nome è stato scelto in omaggio al primo uomo sulla terra Adamo.
Il bambino di 8 anni che vediamo nel film è realmente il figlio di Donzelli , Gabriel che ha voluto essere parte del progetto della madre. Quello che ci colpisce è come la regista riesca a mettere in luce i sentimenti e le due sensibilità diverse dei protagonisti, Romeo ha un temperamento analitico e lei Juliette è solare, nonostante le loro diversità le due sensibilità si fondono in grande armonia. La pellicola è girata a Marsiglia dove inizia il calvario dei genitori per poi passare a Parigi, quasi interamente girato negli ospedali. Quello che vediamo è anche la buona sanità francese gratuita e il tragitto che fanno i genitori di un bambino ammalato di cancro. Il film è stato fatto tutto con luce naturale, facendo uso di una macchina Canon, solo nella scena finale è stato utilizzato il rallenty del 35 millimetri. La musica scelta con grande attenzione, sottolinea le varie fasi che i protagonisti attraversano dando ritmo a tutta la pellicola e colorando una storia che poteva essere solo triste.
Il messaggio è di grande coraggio e forza di volontà, non c’è posto per le lacrime quando c’è una guerra in corso. Molto bello il momento in cui Adam viene operato con nove ore d’intervento, Romeo e Juliètte ironizzano parlando delle sciagure peggiori che ci possono essere nella vita o quando l’oncologa sbaglia e prende un telefono giocattolo, tutte queste piccole cose rendono l'opera mai pesante o triste, ma lo colorano.
La pellicola è decisamente da non perdere sia per la qualità, sia per le emozioni che lascia e per il messaggio che apre uno spiraglio di speranza anche dove tutto sembra impossibile. Anche le storie più dure e tristi se ben scritte e dirette, possono essere un inno alla vita e Valèrie Donzelli dimostra di essere molto abile. Purtroppo mentre nel film c’è un happy end, nella vita la coppia si è sgretolata ma come ama dichiarare Valèrie “siamo ancora uniti e solidi” e se il loro amore non esiste più , ci resta un piccolo gioiello cinematografico.
Adele de Blasi
Tutto quello che vediamo è la vera storia della regista Valèrie Donzelli, del suo compagno Jerèmie Elkaim e del loro figlio Gabriel, siamo di fronte a un autobiografia dove tutto viene raccontato con molta cura di particolari. Valèrie all’epoca della malattia aveva iniziato a scrivere un diario per non perdere la memoria di tutto quello che aveva affrontato, da questa esperienza parte il film. La malattia anche se terribile è in secondo piano, quello che la regista ci racconta è il punto di vista di una coppia giovane e di come reagiscono di fronte a questa grande prova. La storia non è mai strappa lacrime, ma è una grande corsa verso la vita. Tutti i sentimenti dei protagonisti emergono: la paura, la disperazione e la determinazione a vincere una guerra uniti dall’amore per Adam. Quello che ci rimandano le immagini è energia pura, pulsione per la vita, gioia anche dove c’è il dolore, con il pubblico si condivide il bello e non la crudeltà della malattia. I nomi scelti Romeo e Juliètte, sono nomi referenziali tratti dalla letteratura d’amore, sono infatti due celebri innamorati che hanno un colpo di fulmine; per Adam, il suo nome è stato scelto in omaggio al primo uomo sulla terra Adamo.
Il bambino di 8 anni che vediamo nel film è realmente il figlio di Donzelli , Gabriel che ha voluto essere parte del progetto della madre. Quello che ci colpisce è come la regista riesca a mettere in luce i sentimenti e le due sensibilità diverse dei protagonisti, Romeo ha un temperamento analitico e lei Juliette è solare, nonostante le loro diversità le due sensibilità si fondono in grande armonia. La pellicola è girata a Marsiglia dove inizia il calvario dei genitori per poi passare a Parigi, quasi interamente girato negli ospedali. Quello che vediamo è anche la buona sanità francese gratuita e il tragitto che fanno i genitori di un bambino ammalato di cancro. Il film è stato fatto tutto con luce naturale, facendo uso di una macchina Canon, solo nella scena finale è stato utilizzato il rallenty del 35 millimetri. La musica scelta con grande attenzione, sottolinea le varie fasi che i protagonisti attraversano dando ritmo a tutta la pellicola e colorando una storia che poteva essere solo triste.
Il messaggio è di grande coraggio e forza di volontà, non c’è posto per le lacrime quando c’è una guerra in corso. Molto bello il momento in cui Adam viene operato con nove ore d’intervento, Romeo e Juliètte ironizzano parlando delle sciagure peggiori che ci possono essere nella vita o quando l’oncologa sbaglia e prende un telefono giocattolo, tutte queste piccole cose rendono l'opera mai pesante o triste, ma lo colorano.
La pellicola è decisamente da non perdere sia per la qualità, sia per le emozioni che lascia e per il messaggio che apre uno spiraglio di speranza anche dove tutto sembra impossibile. Anche le storie più dure e tristi se ben scritte e dirette, possono essere un inno alla vita e Valèrie Donzelli dimostra di essere molto abile. Purtroppo mentre nel film c’è un happy end, nella vita la coppia si è sgretolata ma come ama dichiarare Valèrie “siamo ancora uniti e solidi” e se il loro amore non esiste più , ci resta un piccolo gioiello cinematografico.
Adele de Blasi
La guerra è dichiarata
La Guerre Est Déclarée
Regia: Valérie Donzelli
Cast: Valérie Donzelli, Jérémie Elkaïm, Gabriel Elkaïm,
Brigitte Sy, Elina Lowensohn
Produzione: Francia, 2011
Distribuzione: Sacher
Durata: 100 min.
Uscita: 01/ 06/ 2012
Critica
Voto: 5/5