Trishna (2011) di Michael Winterbottom


Freida Pinto, notevole volto divenuto celebre grazie a The Millionaire (2008) di Danny Boyle, interpreta in Trishna di Michael Winterbottom, il primo ruolo impegnativo.
Trishna, povera ragazza indiana, vive con la famiglia nelle campagne del Rajasthan. L’incontro con Jay (Riz Ahmed), figlio di un ricco imprenditore britannico, cambia inesorabilmente il corso della sua vita. I due si innamorano ma non potranno sottrarsi alle pressioni contrastanti di una società rurale in rapida trasformazione, dove progresso e tradizione si scontrano inevitabilmente.

Il film è tratto dal romanzo di Thomas Hardy Tess of the D’Urbervilles, che è stato adattato più volte per il teatro e il cinema.
Winterbottom sostanzialmente, trasporta la vicenda nell’India odierna, immergendo il conflitto di classe, e dei sessi, in una società costituita da una rigida separazione in caste.
Le straordinarie musiche di Shigeru Umebayashi, compositore storico del grande regista asiatico Wong Kar Wai, dilatano la dimensione melodrammatica del conflitto narrativo e visivo, per una pellicola che propone Freida Pinto in una veste inedita, in cui emerge molto più intensa, matura e coraggiosa.
Inizialmente la storia d'amore tra i due protagonisti nasce da un'attrazione che si consuma al passo di questo apparato musicale cadenzato che ci riporta subito all'incontro folgorante tra gli amanti di In The Mood For Love (2001) di Wong Kar Wai appunto in cui l'attrazione e l'avvicinarsi di due corpi si fa danza pura per un amore consumato tra sospiri e sfioramenti. Ma affiorano anche citazioni di Lussuria di Ang Lee (2007), in cui l'amore carnale è in bilico tra sentimento, ossessione e degenerazione della passione in violenza.
La protagonista di Trishna è braccata dagli uomini nell'era del post patriarcato in una sorta di fuga che termina con un omicidio liberatorio.
La donna uccide il suo compagno/aguzzino, ma purtroppo come spesso succede nel cinema che parla di donne a farne le spese è proprio la fragile Trishna. In un percorso che non gli permette riscatti e che non fa sconti, perché tra tradizione ed emancipazione, vincerà tutto il bagaglio culturale di repressione che si porta dietro, perché lei è una donna che ha vissuto in fuga perenne dal pregiudizio maschile.
Dal ricatto morale ed economico, passando da un mondo arcaico apparentemente feroce ma più morbido nei tempi a una dimensione più schizzoide e frammentata in cui apparentemente sembra tutto più facile. Ma, in realtà, i rapporti nascondono spesso abusi di potere, in primis occultati, ma che poi emergono allo stato brado, quando, nel finale, la coppia isolata, forzata in una condizione apparentemente naturale, ma fortemente repressiva arriva ad espellere prepotenza e violenza dell'uomo contro l'uomo.
Le immagini ci accompagnano verso i primi piani della triste ragazza, le splendide
panoramiche dei paesaggi della campagna indiana e quelli più soffusi della città, in cui tutto si prepara lentamente, con sprazzi di solarità incipiente, ad un epilogo tragico.
La vicenda di Trishna è quella di tante donne che tutt'oggi subiscono violenze e
maltrattamenti, indipendentemente della conformazione della società in cui vivono, appartate qualche raro caso come la Norvegia dove le donne occupano ruoli centrali nel sistema.
Trishna, così si configura come un film simbolo che non rientra nel quadro del riscatto femminista, ma in un immaginario desolante in cui la donna rimane, al di là dei tentativi che fa per emanciparsi, incastrata in una prigione di ricatti psicologici e abusi fisici in cui il futuro diventa pura utopia e l'amore si riduce solo ad un rapporto di forze.

Sonia Cincinelli





Trishna
Regia: Michael Winterbottom
Cast: Freida Pinto, Riz Ahmed,
Harish Khanna
Produzione: Regno Unito, 2011
Durata: 117 min.

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