Dylan Dog (2010) di Kevin Munroe

Dopo tanti fumetti e graphic novel trasposti sul grande schermo si sentiva la mancanza della storia più amato d’Italia: Dylan Dog: secondo come vendite solo a Topolino. Si è formata una produzione tutta statunitense per l’investigatore del soprannaturale, creato da Tiziano Sclavi nel 1986 e pubblicato dalla Sergio Bonelli Editore (entrambi omaggiati nel film con una citazione).
La storia ha inizio con il misterioso omicidio di un uomo. La figlia Elisabeth assume Dylan Dog al fine di scoprire quale strana creatura ha ucciso il padre. Dylan rifiuta l’incarico, ripromessosi di non avere più niente a che fare col mondo del soprannaturale. Dopo l’omicidio del suo assistente e migliore amico, Marcus, la questione cambia e l’investigatore ritorna nei suoi passi: si mette alla ricerca dell’assassino, desideroso di scoprire cosa si cela dietro a queste vicende. Torna alla sua vecchia vita fatta di licantropi, vampiri e zombie e ritrova vecchi amici e nuovi nemici.
Diretto da Kevin Munroe, il progetto ci ha messo dieci anni perché si potesse concretizzare. Il regista ama molto i fumetti e le graphic novel, ha letto i primi sei numeri della serie tradotti in inglese, ma non ha avuto modo di visionare la versione italiana - almeno inizialmente. L’intento del regista è stato quello di mantenere la cifra stilistica del fumetto, consapevole che nella traduzione qualcosa si è perso: “si è perso in profondità, la versione italiana è più specifica” spiega Munroe. Secondo l'autore è inevitabile che ci sia una differenza tra i due media, soprattutto quando si traspone un’icona come Dylan Dog che nei suoi 25 anni di vita ha visto aumentare i propri lettori di uscita in uscita.
Si è puntato molto sul genere horror, con licantropi, vampiri e zombie, al quale si mescola il thriller e la commedia. C’è azione in questo giallo investigativo e dialoghi divertenti (tra Dylan e Marcus), ma non c'è un approfondimento sul personaggio.

Il regista vorrebbe fare un sequel in cui poter sviluppare quelle tipicità che fanno di Dylan Dog “l' indagatore dell’incubo”. Sono state diverse le stesure dello script prima di giungere a quella definitiva e anche l’ambientazione è cambiata. Non si sono potute fare le riprese a Londra, la location originale che Sclavi descrive nel fumetto, per motivi di budget, si è pensato così di cambiare il luogo della storia, trasferendola a New York. In seguito si è optato per New Orleans perché “possiede quell’atmosfera autenticamente europea, è una cittadina che ha qualcosa di familiare allo spirito europeo” – ha dichiarato ancora Munroe.

Per ciò che riguarda l’aspetto tecnico, il cineasta ha deciso di usare i classici effetti speciali per il trucco dei mostri, senza creare i personaggi al computer. Questa scelta è dovuta alla volontà di dare maggior autenticità ai mostri e far percepire la recitazione degli attori con meno filtri. Il desiderio di realizzare un film su Dylan Dog nasce dalla voglia di far conoscere questo bizzarro antieroe anche agli americani. Dylan Dog è dotato di fascino, sarcasmo e non vuole essere un eroe. Si sente più a suo agio nell'universo del soprannaturale, in cui sa come muoversi e come rapportarsi, nonostante appaia bizzarro, surreale e al di fuori di ogni logica. È un film che poteva osare di più.

Francesca Caruso





Dylan Dog
Dylan Dog: Dead of Night
Regia: Kevin Munroe
Sceneggiatura: Thomas Dean Donnelly, Joshua Oppenheimer
Cast: Brandon Routh, Anita Briem, Sam Huntington, Taye Diggs, Peter Stormare
Produzione: USA, 2010
Durata: 96 min.
Distribuzione: Moviemax
Data di uscita: 16 marzo 2011




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