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Da allora tutti hanno cercato di rimuovere l’accaduto e hanno continuato le loro vite. Nel giorno del rientro di Ken, Yuki li riunisce nel luogo dove tutto è iniziato. Sarà una notte di resoconti, durante la quale affioreranno sensi di colpa e pensieri taciuti. Il film mostra un uso sapiente del 3D, non limitandosi a far "saltare fuori" le cose dallo schermo. L’intento principale di Shimizu è stato quello di raccontare una storia fatta soprattutto di sentimenti ed emozioni, che procedono dal senso di perdita alla disperazione, dal senso di colpa alla gelosia, dalla vendetta al rimorso. Ogni personaggio prova più d’uno di questi stati emotivi: Ken soffre per la morte della madre, ma ha perso anche l’amica che aveva promesso di proteggere, sentendosi in colpa e tormentato per quanto le è accaduto. Motoki si sente estraneo a tutto ciò, fino a quando non comprende che anche lui ha avuto una parte determinante. La gelosia di Rin nei confronti di Yuki la porta a mentire e quella di Miyu la porta a desiderare che la sorella scompaia. Il rimorso arriva troppo tardi e la vendetta di Yuki fa il suo corso.
In un film in cui realtà e fantasia si confondono, la chiave di lettura non è sempre scontata. Ci si imbatte, a volte, in clichè di genere fin troppo utilizzati, che rappresentano un’interruzione di corrente in un tessuto dall’ordito impegnativo e la performance di Yuya Yagira non è delle migliori. Il film, tuttavia, è visivamente potente, il regista immerge lo spettatore in labirinti, che oltre che fisici si dimostrano essere mentali, inoltre gioca molto sul potere della pioggia che modifica la sua caduta quando è presente il fantasma. La fotografia di Tsukasa Tanabe crea un’atmosfera cupa e straniante e la modulazione della luce regala un senso di mistero. Le musiche di Kuniaki Haishima sono avvolgenti e sottolineano il senso di inquietudine dei personaggi.
Il parco divertimenti Fuji-Q Highland, in cui è ambientato il film, esiste realmente e la casa stregata in cui si ritrovano i personaggi è la più grande al mondo, entrata nel Guinness dei primati, ci vogliono cinquanta minuti per essere visitata. Inoltre è legata a una leggenda metropolitana: si dice che prima era un ospedale e dopo la sua chiusura era stato incorporato nel parco. Che la leggenda sia vera o no, i produttori ne sono rimasti affascinati tanto da sceglierla come location. Takashi Shimizu mostra una cifra stilistica riconoscibile, dedicandosi molto all’estetica del film. L’utilizzo del rosso nel tappeto che ricopre il lunghissimo corridoio, oltre ad avere una forte valenza in Giappone, infonde luminosità alle sequenze.
Francesca Caruso
The Shock Labyrinth: Extreme 3D
Senritsu meikyu 3D
Regia: Takashi Shimizu
Sceneggiatura: Daisuke Hosaka
Cast: Yuya Yagira, Misako Renbutsu,
Ai Maeda, Suzuki Matsuo, Ryo Katsuji, Erina Mizuno
Produzione: Giappone, 2009
Durata: 88 min.
Uscita in sala: 18 febbraio 2011